Se è rotto non conta

Ho un caro amico che gioca sulla sua forma fisica (come direbbe un altro “Sono in forma. Tondo è una forma!”) e sulla sua esperienza dicendo “non si diventa così mica per caso, ci vuole impegno!” e in effetti non posso negare di avercene messo di impegno negli anni.
Quando ero nanerottola, le leggi vigenti nella mia famiglia prevedevano a colazione: una tazza di latte, Nesquik o Sprint q.b. e 3 biscotti. Tre biscotti quando sei una bimba ciccia ma a dieta perenne sono una bazzecola e così ero diventata campionessa mondiale nell’individuazione dei biscotti rotti: a meno di una bilancia o della corrispondenza perfetta tra due pezzi, chi mai può dire quanti pezzetti rotti servono per fare un biscotto?
Ecco, io baravo così.
..e anche adesso quando mangio i biscotti ogni tanto mi scopro automaticamente a cercare quelli rotti e pensare – colpevolmente, eh! – che se è rotto non conta!

(..che poi le Grucciole sono fatte di qualche strano materiale perché non si rompono mai!)

Com’è iniziato tutto

Da un lontano passato (il 2000, l’anno del mio Erasmus), emerge questa mail. Barbara aveva scritto a Italians, la rubrica di Severgnini sul Corriere, e io dopo aver letto la sua mail le ho scritto.

ciao !!!
lo sai che mi hai fatto una bella sorpresa ?

anch’io sto studiando, sono all’università di Helsinki e sto facendo il
dottorato in chimica. tu invece sei a Otaniemi, mi immagino. Che cosa stai
facendo?

come è che sei qua (come mi chiedono sempre tutti) in mezzo alle renne?
io sono venuta un paio di anni fa. il mio ragazzo è finlandese, quindi
appartengo alla categoria di quelli che si sono trasferiti per ragioni di cuore.
vengo da Empoli, una cittadina vicino a Firenze.

quando ho scritto ad italians, volevo limitarmi solo a richiedere aiuto per il
viaggio (vado ad un congresso… niente di eccezionale). poi mi sono tornati in
mente tutti i messaggi di “pizze, partite a pallone, incontri vari etc etc” che
gli altri italiani fanno nel resto del mondo e mi sono detta: ma perché qui non
c’è niente di simile?
non so qual è la tua esperienza. io ho conosciuto diversi italiani (chi di
passaggio, chi no), ma con nessuno, ad eccezione di un paio di ragazze, ho
fatto amicizia e ci vediamo abbastanza spesso. non lo so… ho come
l’impressione che qui gli italiani si cercano di evitare l’un l’altro, invece di
fare gruppo. ad un corso di finlandese, con l’altro italiano del gruppo, ci
saremmo scambiati sì e no due frasi, mentre anche i russi avevano fatto
“comunella” tra di loro.
in italia ero abituata ad avere un sacco di amici, e penso che
questa “solitudine” sia la cosa peggiore di questo posto.
quindi se fino ad ora non ti ho annoiato (!!!!!!) con queste mie lamentele, mi
farebbe piacere restare in contatto con te e magari ci potremo incontrare.
beh, fammi sapere che cosa ne pensi.
per ora un saluto e buona giornata.

mercoledì 13 dicembre 2000 2.16

Una mail dal passato, giusto per non dimenticare.

Ciao amore,
come è andato l’esame di stamattina? O ieri mattina, visto che è l’una di notte.
Ho letto la tua mail e ho capito una cosa: nonostante la mie lauree in rennologia e comportamento amoroso dei lapponi, non so che cosa dirti o che cosa pensare del comportamento della renna in questione.
Indubbiamente sarà attratto da te, dopotutto una donna senza pancia non si incontra tutti i giorni, però credo che abbia paura di rovinare un rapporto appena iniziato con la fretta di concludere.
Tu mi dirai che se non concludete adesso non concludete più. Questo è probabile, ma non credi che sia brutto svilire una “storia” possibile con una questione di solo sesso? Perché diciamocelo chiaramente, e in questo ho avuto conferma dalla Gepa, credo che nessuno dei due si aspettasse di mettere in piedi qualcosa di duraturo. Aveva un certo senso se rimanevi almeno un altro semestre, ma visto che tra due settimane scompari…
Il fatto che poi si veda con un’altra non lo so, potrebbe essere vero oppure no, di certo questo non gli ha impedito di legare con te.
Non ti crucciare amore, ti rimango comunque io.
Anche se devo ammettere che ne sto combinando di cotte e di crude.
Ma di questo parleremo un’altra volta.
Domani (oggi per chi legge, ndr) vado a pranzo con la Gepa che mi userà spudoratamente per ingelosire Rox. Ma tu guarda cosa mi tocca fare! Quantomeno mi ha ventilato l’ipotesi che io possa prendermi certe libertà per farlo ingelosire di più!!!
Sono stanco!! Ho voglia di cambiare qualcosa nella mia vita ma non so ancora cosa e perché, ne sento il bisogno e questo mi basta a mettermi sull’attenti.
Sono irrequieto, sì è l’aggettivo giusto; per ora sento solo delle sensazioni, ma quando avrò focalizzato ho paura che combinerò un altro dei miei epici ribaltoni, con conseguenze catastrofiche per il mio mondo.
Mo’ ti lascio, ci sentiamo domani.
Rr

Cavettologia

Per varie ragioni mi sono trovata a spulciare 5 cd masterizzati tra il 2000 e il 2002, che contenevano dati dal mio Erasmus, dell’anno di tesi e la tesi stessa.
Ho buttato tonnellate di roba e ho tenuto solo poche cose interessanti. Curiosamente qua e là ho trovato anche delle vecchie mail a cui sono per varie ragioni affezionata. Una di queste è una mail scritta al mio allora professore di Reti e la sua risposta.

“Buongiorno professore! Io ho seguito il corso di Reti l’anno scorso. Vorrei dare solo l’esame di Reti 1. In cosa consiste quest’anno l’esame? Ho visto che Reti 1 e 2 non sono più insieme.
Purtroppo non posso venirle a parlare durante il ricevimento studenti, perché mi trovo in Finlandia a fare l’Erasmus. Cordiali saluti..”

Per dare Reti1+Reti2 toccava fare un progetto in gruppo e io avevo litigato col mio gruppo perché fissavano sempre gli incontri all’ultimo e tendenzialmente quando io avevo qualche lezione da seguire, quindi non avevo dato l’esame e per evitare di ritrovarmi nella stessa situazione l’anno successivo, ho sostituito Reti2 nel piano di studi.

“Reti I e Reti II vengono tenuti in semestri distinti.
Per l’esame di Reti I basta che tu ti prepari sui capitoli del libro di Gai di cui al sito del corso, andandoci con leggerezza sui capitoli 7-8-11-12-13-16 (solo cenni). Poi facciamo un orale quando ti è comodo. Ma non riesci a riciclare qualche corso Erasmus?”

“Ma non riesci a riciclare qualche corso Erasmus” mi fa ridere ancora oggi, perché suona molto “..così io devo fare un esame in meno” :-D

(..Reti1 era stato ribattezzato da mio padre “Cavettologia” perché in effetti sapevo tutti di doppini, cavi di rete di qualsiasi categoria, cavi in fibra, ecc. qualcosa sulle topologie di rete e basta. Idee di come disegnare e costruire una rete meno di zero!)

Questa sera che non hai da fare

Prima che il ricordo sbiadisca, ci sono cose degli ultimi 9 mesi che voglio ricordare:

  • l’idea che fosse la peggior PMS della storia, prima di scoprire di essere incinta
  • la faccia del sig. N quando gli ho detto che ero incinta (“e adesso cosa facciamo?”, come se fosse una cosa capitata per caso!)
  • le dormite meravigliose che mi sono fatta fino al quarto mese, quando alle 8 sera il mondo cessava di esistere
  • l’incubo di riuscire a mangiare quando la nana si metteva a testa in giù (4/5 mese e poi l’ottavo e il nono)
  • l’ultimo mese in cui non dormivo più per la sciatica, i rigurgiti, gli strozzamenti, ecc. (e sì, come sospettavo, allattare è meglio!)
  • la meraviglia di sentirla muoversi la prima volta
  • le contrazioni. Ouch!
  • l’epidurale!!!
  • i 20 kg persi (sì, come al solito faccio tutto al contrario)
  • la prima volta che ho sentito il cuoricino (7 settimane!)
  • le pose buffe in cui la trovavano tutte le ecografie (mentre si ciucciava il piede, con entrambe le mani davanti alla faccia, dormiente con il braccino sotto la testa)
  • riconoscere, una volta nata, i movimenti che sentivo mentre era nella pancia
  • non riuscire a fare più di una cosa al giorno (questo è valido sia per le settimane prima del parto che per quelle subito dopo!)
  • viverlo come un momento molto intimo e privato

..e tutto quel che mi sto dimenticando e che man mano aggiungerò qui.

(..e tutta la città è allagata da questo temporale..)

Ciao, ciao, bambina!

E tra le novità della stagione estiva c’è anche la dipartita della Jollyroger, che da venerdì scorso non mi appartiene più ed è stata sostituita da Bess.
Una prece per i 174.000 e rotti chilometri che io e la Jollyroger ci siamo fatte insieme.. un’avventura via l’altra, spesso difficili da dimenticare.
Ma con l’arrivo di CeeCee non c’entravamo più.. e così un paio di settimane prima del parto sono andata in giro per concessionari, prima col babbo e poi col sig. N, scoprendo che le macchine col bagagliaio non le fanno più e che se volevo un po’ di spazio serviva una station wagon.
Detto, fatto: Bess è una Megane Sportour almeno un metro più lunga della Jollyroger.

Quando l’ho presa potevo scegliere tra due versioni, di pari costo:

  • bianca, versione base, con accessori fighi (tra cui navigatore satellitare, telecamera per il parcheggio, ecc.)
  • canna di fucile, versione sportiva

Dica il candidato quale versione ho comprato ;-)))

Ciao mondo

Alle 00:39 di una settimana fa, CeeCee spalancava i suoi occhioni (di colore indefinito, come tutti i neonati) su questo mondo :-)

Due giorni dopo, al rientro a casa, tutti gli esseri di sesso femminile, incuranti della razza, si facevano prendere da una crisi isterica (io, CeeCee e le gatte..). Il sig. N pare sopravvivere, ecco.

Chiacchiere di viaggio

A raccontare alla lurkatrice folle cose successe eoni fa, poi si finisce per andarle a ricercare. E così rileggendone pezzi uno ci trova dentro delle “profezie” così precise che quelle papali, dei Maya, ecc. ci fanno un baffo.

F veramente a me mancano i tizi in frigo minacciosi, eh..
P compra un frigo americano e mettici dentro il tuo uomo

Manco a farlo apposta (cioè me ne fossi ricordata magari anche pure!) nei progetti per casa nuova il sig. N, dopo lunghe discussioni sul frigo ad incasso sì/no, ha ceduto alle mie rimostranze e si è deciso per un frigo freestanding, purché sia quello che piace a lui. E l’ha già scelto: americano. Non sa cosa rischia!

Un attimo, le convinzioni che cambiano

Ho pensionato la lavastoviglie, almeno per questi giorni. Whirpool for Ikea non mi ha mai convinto troppo e tutte le volte la metà delle cose esce da rilavare, nonostante lavaggi di pulizia, filtro a posto, spruzzini rotanti ripuliti dal sig. N. Così faccio prima a lavarli a mano, magari nei momenti più caldi che rinfrescare le mani è quasi come farmi una doccia gelida in quei momenti in cui a lavorare davanti al computer proprio non ce la fai che tra ventole e paturnie fa ancora più caldo (nonostante i due ventilatori!).
Se continuo a pensare al caldo l’unica cosa che mi viene in mente è l’estate del 2003, di cui ricordo ben poco: prima volta in Sardegna e l’acqua di mare caldissima a Is Arenas, che non dava sollievo nemmeno per un attimo.

(..ci rivediamo presto fra almeno altri cinque anni ..)