Corsica for dummies: indirizzario

Trasporti:

Campeggi:

Musei:

Vino:

Ristoranti:

  • La Sassa, Chemin de la Tour – 20217 Nonza
  • U Spanu, av. Xavier Lucciani, 4 – Corte
  • Zanzibar, Hameau du canal, 20253 Patrimonio, Francia (accanto alla distilleria Altore)
  • Le Liamone beach, Plage du Liamone – 20118 Sagone
  • Restaurant A Torraccia, Résidence Sagone Plage – 20118 Sagone
  • Aux coquillages de Diana, Route de l’Etang de Diana – 20270 Aleria
  • Restaurant La Pagode, Route de la Marana – 20620 Biguglia
  • Restaurant L’Ombree, Le Port – 20217 Saint Florent

Corsica for dummies: the end

Spiaggia grazie. È l’ultimo giorno e bisogna usarlo bene.
Alle 10:50 ho un appuntamento telefonico per una intervista per parlare di Wikipedia e discutere qualche nius dell’edizione tedesca, ma accidentalmente dimentico il cellulare e me ne accorgo troppo tardi. Mi sono sentita veramente una schifezza!

A parte questo la giornata trascorre tranquilla: dal maneggio accanto a noi esce un pony con un bimbo alla sua prima esperienza, poi una serie di cavalieri in costume da bagno che montano a pelo. Spingono i cavalli in acqua e arrivano a bagnarli per oltre un metro.
Il sig. N è un po’ schifato all’idea di fare il bagno insieme a 7 equini, ma gli faccio presente che il mare è grande e ci finiscono dentro schifezze decisamente peggiori.
Pranziamo all’ombra, sulle nostre stuoie, e poi ci lanciamo in una partita a carte mentre valutiamo cosa fare nel pomeriggio.

In lontananza si sente tuonare e sullo sfondo c’è una luce strana. Pian piano il temporale si avvicina e noi “mettiamo in sicurezza” il campo. Arriva prima il vento e poi la pioggia.
La tenda si piega e il sig. N si preoccupa molto, io ho visto di peggio anni fa in Croazia e mi godo traquilla gli eventi atmosferici.
Spiove, andiamo a Bastia a comprare gli ultimi regali, poi rientriamo e il sig. N salda il campeggio, che domattina si parte prestissimo.

Io lavo i piatti e il sig. N abbatte i sedili e inizia a caricare.
Ceniamo al ristorante qui, perché non possiamo muovere la macchina, poi ci fermiamo nello pseudo-bar all’aperto dove fanno vedere il concerto di David Gilmour dei Pink Floyd alla Royal Albert Hall.
Giochiamo a carte, io bevo birra, ci dividiamo un dolcetto.
Quando finisce prepariamo le cose per la notte e per domattina e carichiamo il resto.

La notte è fresca, dormiremo bene!

Corsica for dummies: la birra, le ostriche e il vino

Oggi abbiamo in programma la visita del birrificio Pietra (uno dei due produttori locali di birra), il pomeriggio si vedrà.
Trovare il birrificio è abbastanza arduo: la via fornita come indirizzo porta solo nei pressi e i cartelli che lo indicano sono microscopici.
Arriviamo che è appena finita la visita precedente e ci fanno partire al contrario: prima degustiamo, poi visitiamo.

La Pietra (ambrata con farina di castagne) la conosciamo e ci piace, la Serena (bionda) il sig. N l’ha già bevuta e non la stima molto, la Colombra (bianca con erbe della macchia in infusione) ci piace perché non sembra troppo una weiss.
Iniziamo il giro: prima la spiega in francese, poi in italiano. Io devo sempre essere richiamata all’ordine perché vado in giro a fare le foto.
Per un birrificio che esporta anche all’estero ci aspettavamo qualcosa in più: in realtà producono solo 1100 litri alla settimana e lo stabilimento è piccolino.
La gita è stata comunque interessante e uscendo compriamo un po’ di gadget e birra da portare a casa.

Ora tocca allo shopping. Sono senza calzoncini corti e pur di non fare il bucato (e un po’ anche perché effettivamente mi mancano) andiamo a comprarli.
Arrivando ho visto che c’è un Kiabi nei dintorni e puntiamo lì. Terminato lo shopping valutiamo il problema pranzo e il sig. N propone di anticipare la visita ad Aleria, la romana Alalia.
La strada corre tra i vigneti della costa verde, il panorama assomiglia un po’ a un’Umbria pianeggiante con accanto il mare.
La prima meta è lo stagno di Diana, dove la guida suggerisce un ristorante galleggiante.

Il consiglio è azzeccatissimo, mangiamo ostriche e cozze a pochi metri da dove vengono prodotte e sono buonissime. Il ristorante è panoramicissimo e di fianco a noi, in acqua, nuotano i pesci richiamati dal pane che i nostri vicini gli lanciano.
Ad Aleria visitiamo il museo, coi reperti romani, fenici ed etruschi.
Quando ci incamminiamo per il sito archeologico inizia a diluviare e rinunciamo.

La guida suggerisce di visitare la cantina Mavela e noi non possiamo esimerci. A Mavela producono whiskey, ma non c’è nulla da visitare se non il negozio/esposizione.
È un po’ caro ma ha il pregio di raccogliere il meglio della tradizione enogastronomica corsa.
Compriamo un paio di cose, poi usciamo in cerca della cantina di cui abbiamo assaggiato il Muscat a pranzo, Casabianca.
È sulla strada per il ritorno e la signora che ci accoglie è brillante: il sig. N si informa se lei parla italiano e lei (in francese) ci risponde che non importa cosa parla, in qualche modo ci intenderemo.
Assaggiamo il vino (medaglia d’argento) e ne compriamo 6 bottiglie.

Il ritorno annega lentamente in un po’ di traffico, di spesa per la cena, di cena e partite a carte.

Corsica for dummies: le cascate degli inglesi

La sveglia suona alle 7, ma noi non ci muoviamo prima delle 8.
Stavolta smontare e caricare la macchina è più agile, forse perché ciascuno ha in mente cosa fare e dove mettere ogni cosa.
Abbiamo intenzione di tornare sulla costa orientale, possibilmente poco sotto Bastia per essere comodi col traghetto.
A poco meno di metà strada ci fermiamo: voglio vedere Les cascades des Anglais a Vizzavona.

Il sentiero parte dal parcheggio presso Foce e si inerpica fino ad una fortezza in rovina per poi tuffarsi in un magnifico bosco.
A parte la salita iniziale il sentiero è tutto a mezza costa e le uniche difficoltà sono oltrepassare le radici di un albero (scivolose) e attraversare due o tre pietraie.
Come prevedibile l’acqua che “casca” è pochissima e il posto è pienissimo di gente, ma è bello uguale.
La cascata, infilandosi tra enormi massi, forma dei microlaghetti dove è possibile fare il bagno. Il sig. N si bagna fino al ginocchio e poi desiste, mentre io scivolo dentro completamente. L’acqua è freddissima e molto piacevole.

Rientriamo velocemente alla macchina, mangiamo qualcosa e ripartiamo.
Sulle guide ho trovato un campeggio 10km a sud di Bastia, sulla fascia di terra compresa tra il mare e lo stagno di Biguglia.
È l’unico campeggio della zona, è immenso e abbastanza pieno. Non ci piace un granché, ma non abbiamo alternative.
Montiamo il campo tra pini, eucalipti e querce da sughero.
Stufi di viaggiare, ceniamo al ristorante del campeggio, che tutto sommato è meglio di quel che promettesse.

Corsica for dummies: del windsurf e dei calanchi

Ieri il sig. N è rimasto affascinato dal windsurf e vuole assolutamente provare.
Ci hanno detto che a Sagone forse li affittano e così andiamo. In effetti su una delle spiagge li troviamo.
“Un’ora o due?” mi chiede il sig. N “meglio iniziare con una”.
Io sono ancora scottatina e vado in giro (e in acqua) con la sua maglietta. Non posso fargli compagnia sul surf, ma gli darò indicazioni nuotandogli intorno, memore dei miei trascorsi (15 anni fa..).
Sulla carta è tutto molto semplice, ma la prima mezz’ora di tentativi vola via in altrettanti tuffi. Poi i primi risultati: pur non riuscendo a stabilire la direzione e rischiando sempre di falciare via qualche bagnante, il sig. N sta su!
Io posso rifugiarmi sotto l’ombrellone. Un po’ di lettura, poi pranziamo in un posto che può essere tranquillamente dimenticato.
Torniamo in campeggio a pisolare, ché il mio rossore non dà scampo, poi il sig. N mi sveglia e ci incamminiamo verso le calanche di Piana.
C’eravamo passati in mezzo all’andata e mi erano sembrate bellissime: rocce rosse, che sembrano scolpite, tra cui le auto passano a pelo. C’è un sentiero panoramico che in un’oretta di cammino dovrebbe mostrare cose meravigliose.
In realtà all’inizio c’è una zona abbastanza ampia di pietre interessanti, poi ci si tuffa nel bosco e si sbircia qualcosa ogni tanto.
Il sentiero è segnato, ma null’altro. Niente indicazioni né descrizioni.
La meta vale di per sé tutto il cammino: una terrazza a picco da cui si scorge vagamente Porto e le baie vicine. Il panorama è bellissimo!

Ora che torniamo alla partenza sono le 20:30 e abbiamo la fortuna di vedere il sito al tramonto. Il tragitto verso casa è tranquillo e ci fermiamo al solito ristorante, per cenare e giocare a biliardo. Ultima volta, visto che domani traslochiamo.

Corsica for dummies: il giorno gatto

Il sig. N l’ha ribattezzato “il giorno gatto”. Oggi spiaggia e riposo.
Il mare è un po’ grosso e torniamo dov’eravamo ieri sera, alla spiaggia di Liamone, dove il mare è più pulito.
Giochiamo con le onde, poi dormiamo, leggiamo, chiacchieriamo. Facciamo il bagno nella laguna (che è di acqua dolce) dove un gruppo di tedeschi impara ad andare in windsurf.
Pranziamo al ristorante, giochiamo a biliardo, torniamo in acqua.
Alle quattro, decisamente abbrustolita, dò forfait.
Andiamo a fare la spesa (paté di cinghiale, insalata e cipolle) e poi andiamo a prendere il fresco in campeggio.
Stasera si gioca a carte e il sig. N mi umilierà ad un gioco che conosco da quando so contare (Pinnacolo)!

Corsica for dummies: ma che “Laguna blu!”

Spiaggia stamattina perché ne abbiamo bisogno dopo tutta la strada di ieri.
Ieri pomeriggio abbiamo esplorato una spiaggia di sassolini minuscoli uscendo dal campeggio a destra, avanti per qualche chilometro.
Oggi andiamo dall’altra parte, uscendo a sinistra. Il parcheggio è enorme, la sabbia finissima, il mare limpido.
Bagno, nanna, libro.
Per pranzo si torna all’ombra in campeggio per un’insalata e un po’ di riposo, prima di muoverci verso Ajaccio.
La signorina, come sempre, ci fa fare strade microscopiche nel mezzo del niente, ma siamo ormai abituati,
Andiamo ad Ajaccio di pomeriggio nella speranza (vana) di risparmiarci il caldo insopportabile che ha accompagnato tutte le nostre gite finora.
Le cose più interessanti (il museo Fesch e dintorni) sono chiuse per restauri fino a dicembre, della casa di Napoleone faccio anche a meno.. ci incamminiamo quindi verso la cittadella.
A sorpresa, nessuna delle due guide era stata chiara in merito, non è visitabile perché è presidio militare. Sbirciamo di corsa la cattedrale (c’è un matrimonio in corso), facciamo due passi sul lungomare, guardiamo la via dello shopping e saltiamo in macchina in direzione delle isole Sanguinarie.

Le isole si trovano 10 minuti di macchina a ovest di Ajaccio. La punta rocciosa da cui sono ben visibili ospita una torre genovese. Ci sono tre sentieri: due che compiono il periplo e uno che arriva sulla torre.
Le isole sono belle, disabitate, verdi, con un faro, un ex-sanatorio e poco altro, leggermente sfocate dalla foschia.
Il vento e il verde mi ricordano alcune passeggiate a Rossilli Bay, in Galles.

Invece di fermarci a bere una birra al baretto con vista, zeppo di turisti, siamo tornati verso il campeggio e l’abbiamo superato alla ricerca di un ristorante.
È quasi il tramonto e passando sul Liamone trovo la laguna bellissima. Faccio fermare il sig. N e mentre io faccio le foto lui studia il menu del ristorante accanto.
Ci piace e ci fermiamo.

Prenderemo la residenza qui per altri due pasti: le cozze sono ottime, il fritto misto perfetto, la pasta ai frutti di mare cotta bene e piena di pesce, la pizza – cotta nel forno a legna – ha un buon impasto (ma non è pizza, non c’è la mozzarella!). Il servizio è, stranamente, veloce e solerte.

Corsica for dummies: perché il diario di bordo

Il “diario di bordo” è qualcosa che mi porto dietro da tanto: dodicenne ho fatto con i miei il periplo di Spagna e Portogallo e ho documentato giorno per giorno chilometri, orari, percorso e cose viste.
La prima volta che sono andata in Croazia ci ho provato, ma sono stata molto poco costante e rimane solo il racconto dei sogni folli che facevamo.
Il sig. N quando mi vede scrivere in questi giorni mi chiede “blogghi?”. In realtà è il blog che è la naturale continuazione delle Smemo, dei diari di bordo, degli infiniti quaderni con abbozzato qualcosa. Stavolta, comunque, è una Moleskine. Rossa. Delle GGD.
La penna voleva essere assolutamente nera, ma è morta a metà strada e la sostituta è troppo pesante e trapassa le pagine, così mi sono dovuta accontentare della penna blu che tengo in macchina (qualcosa su cui scrivere lo si trova sempre, il problema è avere qualcosa con cui scrivere!).

Corsica for dummies: la costa occidentale

La sveglia suona alle 7.
Non c’è tempo per restare a pigreggiare oggi, perché dobbiamo smontare il campo e spostarci più a sud.
Io ho la mia tecnica e il sig. N la sua, il che provoca ogni tanto accese discussioni. In poco più di due ore però ce la facciamo.
Una doccia veloce, paghiamo il conto, il sig. N compra a sorpresa due croissant e si parte.
Mentre sbrano il mio cornetto ho un dubbio amletico: “ma perché a Milano si chiamano brioches e qui croissant?”
Il sig. N mi parla di forme e tipologie, ma io non sono troppo convinta.
La nostra meta è Porto, scelta ispirata da non sappiamo bene cosa e vogliamo fare la strada costiera.
Costeggiamo le Agriate per il lato meridionale, poi la strada diventa una curva unica.
La radio continua a cambiare, facendoci sentire tutte le stazioni locali liguri. Quando arriviamo sulla costa occidentale, stufa di curve, cedo il volante al sig. N.
La radio è sintonizzata su una stazione francese “musique” che, come Radio 3, fa solo musica classica.
Fuori fa caldissimo.
Poco dopo io mi addormento.
Il sig. N mi sveglia ogni tanto per farmi ammirare qualche scorcio, talvolta io – in stile gatto – apro un occhio e guardo in giro, poi mi stiracchio e mi riaddormento.
Quando arriviamo a Porto sono ben sveglia da un po’, il condizionatore va a palla per combattere i 35° esterni.
Porto è una stretta insenatura tra due colline. Qualche ecomostro, molte trappole per turisti e il fiume. Ci guardiamo e decidiamo di fuggire più giù, verso Ajaccio.

Cerchiamo un posto in ombra dove fermarci per un veloce pic-nic, troviamo solo una piazzola assolata con brevi sprazzi d’ombra.
Mangiamo formaggio di capra e melone, e io lancio le bucce nel bosco.. Il sig. N mi guarda molto male e io gli spiego che è 100% biodegradabile e che tra poco sarà concime. Il formaggio è stagionato e saporito, il melone dolce e succoso. Un po’ come i violini che ci accompagnano in questa terra rossa e arsa dal sole.

Cargese, poi spiagge, poi Sagone, poi spiagge, fiume e infine Tiuccia, dove ci fermiamo in un campeggio celato sotto un pioppeto, dove tira sempre un po’ di vento.
Per cena insalata e paté di cinghiale, illuminati dalla tenda (trasformata in un enorme lampadario) e accoccolati sulle stuoie.

Corsica for dummies: soprattutto Muscat!

Oggi avevamo pensato di spostare il campo, ma abbiamo deciso di rimandare di un giorno per vedere bene Bastia e St. Flo.
Sebbene la sveglia suoni presto, ci muoviamo per Bastia abbastanza tardi. Parcheggiamo nei pressi della stazione e ci dirigiamo all’ufficio del turismo (che ha cambiato sede rispetto a quanto indicato nelle nostre due guide).
Ammiriamo il monumento fatto con la torretta del sottomarino Casabianca, il sig. N mugugna che era scarso (“meglio il Toti!”) e attraversiamo l’enorme piazza discutendo di statue e aneddoti vari.
Piazza del mercato, una chiesa barocca e via sul porto vecchio. Io sono già in fase di liquefazione..
Saliamo ai giardini e ci infiliamo nella cittadella, ammiriamo il panorama, curiosiamo tra i vicoli e usciamo.
Tornando giù notiamo le case fatiscenti: sembrano un po’ le case bombardate di Dubrovnik, solo che queste non sono state bombardate!
Facciamo tutta Rue Paoli guardando le vetrine, poi il sig. N mi parcheggia al bar e va a recuperare la macchina.
Troppo presto per altri giri, così puntiamo alla spiaggia de L’Arenella, qualche km a sud di Bastia.
Sabbiosa, lunghissima, coi giochi per i bimbi attorno e le docce.
Bagno, pic-nic, doccia, granita.
Andiamo in cerca del Leclerc perché uno dei materassi su cui dormiamo si è bucato. Al super niente materassi, ma il giro è comunque istruttivo.
Ci dirigiamo poi a Patrimonio in cerca di Muscat e whiskey.
Il Muscat lo prendiamo alla cantina consigliata dalla Routard (Clos Marfisi), che effettivamente ha il miglior Muscat bevuto finora. Il whiskey ce lo fa assaggiare lo Zanzibar, locale dove abbiamo cenato qualche sera fa. Ne fanno due versioni: una invecchiata nelle botti di Muscat (che si sente nel profumo) e una invecchiata nelle botti del Cap Corse (il vermuth locale) che gli dà un po’ di gusto.
Il sig. N non è convinto e soprassediamo.

A St. Flo facciamo un giro al punto informazioni, scopriamo che c’è da vedere la cittadella e la cattedrale del Nebbio e partiamo.
La cittadella è.. un enorme parcheggio, con la “caserma” centrale adibita a museo. C’è una mostra di pittori ignoti e lasciamo perdere.
La cattedrale del Nebbio l’avevamo vista arrivando, è una chiesa romanica nel mezzo del nulla, con l’esterno piuttosto bello e l’interno devastato da un paio di altari in stucco del 1600.

Passiamo dal campeggio a farci belli perché il sig. N mi porta a cena vicino alla torre a Nonza. Mangiamo sgabellati nei pressi di una botte e se io non fossi in discesa non sarebbe niente male.
Il sig. N prende un tagliere di formaggi e salumi ottimo, mentre le mie tapas locali si lasciano dimenticare in fretta.
I dolci sono ottimi e in porzioni esagerate.