Quando lavoravo in “io sono la stella-ah”, avevo una collega fantastica D, con cui facevamo discorsi seri, filosofici, cazzari, deliranti.
Lei era.. uhm, ogni tanto era un po’ PTWG fatto donna: irriverente, massacrante, ma fortissima.
Nei nostri discorsi avevamo dei posti mitici (o feticci), se dovevamo parlare di un posto desolante il paragone spontaneo era “un po’ come il canavese” (tuttora quando faccio la MITO mi viene da ripensarci e sghignazzare).
Uno dei discorsi più in voga (nel mezzo della perenne riorganizzazione aziendale ci voleva) era quello sulla qualità della vita, il cui sunto era: sto in ufficio dalle 9 alle 18, ci metto 2 ore di macchina a tornare a casa e di vita non mi rimane nulla.
Il proseguo del discorso suonava un po’ così: massì, quando mi stufo veramente e non ne posso più, mollo tutto e mi trasferisco a Pizzighettone. Vuoi che non ci sia un bel MacDonald’s in centro dove posso andare a fare la cameriera per 4 ore al giorno, poi torno a casa mi tolgo l’unto di dosso e vivo?
(..non sono mai stata a Pizzighettone. D sì, per caso. Mi ha detto che il centro storico è medievale e molto carino. Non ricordo se c’è un MacDonald’s..)