Se è rotto non conta

Ho un caro amico che gioca sulla sua forma fisica (come direbbe un altro “Sono in forma. Tondo è una forma!”) e sulla sua esperienza dicendo “non si diventa così mica per caso, ci vuole impegno!” e in effetti non posso negare di avercene messo di impegno negli anni.
Quando ero nanerottola, le leggi vigenti nella mia famiglia prevedevano a colazione: una tazza di latte, Nesquik o Sprint q.b. e 3 biscotti. Tre biscotti quando sei una bimba ciccia ma a dieta perenne sono una bazzecola e così ero diventata campionessa mondiale nell’individuazione dei biscotti rotti: a meno di una bilancia o della corrispondenza perfetta tra due pezzi, chi mai può dire quanti pezzetti rotti servono per fare un biscotto?
Ecco, io baravo così.
..e anche adesso quando mangio i biscotti ogni tanto mi scopro automaticamente a cercare quelli rotti e pensare – colpevolmente, eh! – che se è rotto non conta!

(..che poi le Grucciole sono fatte di qualche strano materiale perché non si rompono mai!)

Appendice natalizia

Siamo reduci da un’invasione familiare: mia sorella e il fidanzato, appena arrivati dalla perfida Albione, insieme ai miei sono venuti a cena.
Ugo doveva farmi il richiamo del vaccino a Minou (non è stata una scena cruenta come l’altra volta, ma ha comunque dovuto arrampicarsi sulla scala e vaccinarla sopra la libreria, mentre due assistenti stavano sulle sedie e sbarravano a Minou ogni via di fuga possibile) e domani partono tutti per la settimana bianca.
Mammà ha borbottato tutto il tempo as usual e così ha fatto il signor N da quando è tornato dal lavoro, così li ho messi vicini.. sai mai che borbotto contro borbotto faccia un po’ di sano silenzio o un bel sorriso.
Il menu era lunghissimo e tutto ordinato da mia madre in persona (“ma quanta roba hai cucinato?” “Quello che mi hai chiesto tu, mamma..”): frittata di cipollotti e carciofi alla giudia, spaghetti (Rummo!) al pesto rinforzato, cipollotti in agrodolce e carne alla maniera di Frieda (pollo e manzo a striscioline, lasciati per ore in succo d’arancia fresca, cumino e mix di spezie, con mandorle tostate e spolverata di pepe finale), pan di spagna con cioccolato, uvetta e albicocche sciroppate (a cura del sig. N), scorzette, uvette e mele ubriache, alcool a volontà.

(..Ugo mi ha portato la ex – macchina fotografica di mio padre, così ho quasi ricevuto il mio ultimo regalo di Natale..)

Decadimento fisico

Sono tre giorni che ho una spalla ko senza apparente motivo. Non è il collo, non ho preso botte, non sono caduta sciando, nulla di nulla.
Da ieri sera sono partita a farmi di muscoril e oggi sono rimasta a casa (poco computer e niente freddo ha detto il dottore).

(..e tanto per completare il quadretto da nonna ho deciso che per pranzo ci voleva qualcosa di molto caldo e così sto sorseggiando zuppa di miso: carota, cipollotto, sedano, alga nonmiricordoche, un paio di funghi shitake, miso giallo..)

tu-ou-nain

Tra 29 minuti (secondo più secondo meno) inaugureremo il nostro cenone a quattro (io, il signor N, Penny e Minou), mix di etnico in versione de’ noartri e di tradizionale.
L’antipasto prevede l’immancabile salmone (anche perché Ugo me ne ha portato un quintale da Mark & Spencer..e poi è sempre una buona scusa per tirare fuori i semi di papavero e l’aneto), dell’hummus (pigra scatoletta di purè di ceci che qui siamo stufi di pelare ceci a mano, olio, aglio, limone, sale rosa dell’Himalaya.. coperto da un filo d’olio e da una spolverata di pepe nero), crema al tofu (tofu, zenzero fresco, un’idea di peperoncino, qualche goccia di salsa Worcester, salsa di soia, cetriolo sminuzzato) da smangiucchiare con dei gambi di sedano, lenticchie rosse (gentilmente offerte dal signor Bonduelle in persona, con cipolla, carota grattuggiata, qualche dadino di pancetta, mezzo bicchiere di vino rosso e della passata di pomodori) che abbiamo già cercato di bruciare, in modo che neanche quest’anno arrivino i soldini!, e zampone (in cottura dentro la wok Ikea, perché l’ipermercato di fiducia non aveva le pentole da zampone, forse terminate, e nessun’altra pentola era sufficientemente grande).
Il signor N doveva prepararmi una sorpresa e sono finita a dettargli io gli ingredienti (crema catalana.. i nostri ricettari non la conoscono, ma la rete sì!).
Le gatte stanno facendo le pulizie di fine anno nella loro nuova cesta, piazzata sulla libreria, da dove dominano tutta le scena.

Che rimane? Augurare a tutti un felice 2009 :-)

Compleanni

Il 24 è stato il compleanno del signor N e i festeggiamenti si sono protratti per 3 giorni.
La sera del 24 sono venuti a cena i miei e ho preparato:
* pane carasau con pomodorini, rucola dell’orto del (forse) suocero, bufala alla diossina e olio toscano
* cous cous al curry
* cous cous alla bottarga (olio toscano, aglio spremuto e bottarga)
* cozze e vongole in leggero rosso (olio, aglio, cozze e vongole, un bicchiere di vino, una bottiglia di passata)
(i due cous cous accompagnavano i molluschi)
pan di spagna fatto in casa con panna montata, fragole e cioccolato fuso
Il 25 siamo andati a una grigliata da amici e tutto quel che ho preso arrivava dalla pasticceria :-p
Il 26 sera abbiamo fatto una pizzata nel forno a legna dei miei
Il 27 a pranzo sono venuti i (forse) suoceri e abbiamo offerto:
* pane carasau con pomodorini, rucola dell’orto del (forse) suocero, ricotta alla diossina e olio toscano
* pane carasau alla bottarga (olio toscano, aglio spremuto e bottarga)
* crostini (di pane artigianale in forno a legna) al lardo profumato
* tagliolini al pesto di rucola e gamberi (rucola, panna, mandorle, un po’ d’olio e gamberi)
* duplice arrosto in crosta (lonza e magatello, senape aromatica in semini, mix di funghi freschi e secchi, pancetta a fettine, pasta sfoglia)
* patate al forno (a legna, della sera prima) con funghi
La torta l’ha portata la suocera.

(..per i prossimi 6 mesi pane e acqua..)

Biscotti di un’altra epoca

Quando ero piccina e trascorrevo le vacanze (pasquali, un pezzo di quelle estive..) in Umbria, la mattina si faceva colazione con latte e biscotti.
Il latte non stava nel solito tetrapack o in una bottiglia di qualsivoglia materiale ma si comprava in buste di plastica (tipo quella della mozzarella, per intenderci) e aveva un gusto diverso, tant’è che i primi giorni non mi piaceva molto. Sapeva troppo di pascoli verdi e di vero latte di mucca per una cittadina come me.
I biscotti erano gnucchi, poco zuccherati e con i semini di anice e andavano tenuti a lungo a mollo nel latte per farli ammorbidire, ma erano fantastici anche a secco.
Quando grandicella sono tornata al paesello ho ritrovato tutti i sapori, i profumi e le persone della mia infanzia tranne i biscotti. Il negozio dove li compravamo aveva nel frattempo chiuso e il forno o le pasticcerie dei paesi dei dintorni ne vendevano solo una pallida imitazione.
Sabato sono passata dal paesello con i miei e chiacchierando mia madre ha raccontato che si è già fatta dare la ricetta dei biscotti almeno tre volte dalla Dora (la signora che li faceva per il negozio che poi ha chiuso), perdendola tutte le volte.
Con la complicità del signor N abbiamo cercato la ricetta in rete e ieri sera li ho preparati.
La ricetta recita così:

Ciambelline al vino
1 bicchiere di vino bianco aromatizzato all’anice
1 bicchiere di zucchero
1 bicchiere di olio extra vergine d’oliva
farina qb

Noi abbiamo aromatizzato il vino spezzandoci dentro dell’anice stellato e lasciandolo riposare per un giorno, ma credo siano meglio dei semi di anice (da lasciare poi anche nel’impasto) e non sono sicura se vada aromatizzato il vino o solo buttati i semi nell’impasto.. proverò e poi la memoria sentenzierà qual è la via migliore.
L’olio è stato l’altro problema.. l’olio extra vergine (o di oliva, in generale) non va bene, perché è troppo saporito e lascia un certo retrogusto che non ci vuole. Riproverò con dell’olio di semi..

(..quando avrò ritrovato i biscotti della mia infanzia, posterò la ricetta..)

Cena polp

Essendo chiusa in casa da due settimane, per le scorte di cibo e il rimpinguamento del frigo dipendo unicamente dal buon cuore del signor N.
Di solito siamo abituati a fare la spesa il sabato e poi io, durante la settimana, compro man mano le cose che mancano o di cui abbiamo voglia. Mancando il mio rimpinguamento posso sbizzarrirmi a inventare con le (poche) cose che trovo in frigo.
L’altra sera, ad esempio, sono stata colta da una tremenda voglia di polpette di tonno e dopo aver girovagato per il web, curiosato in tante ricette e mediato con gli ingredienti presenti in casa, ho creato questo: polpette al tonno con salsa di rucola.

Per le polpette:
4 scatolette di tonno all’olio (quelle da 80gr)
3 patate di media grandezza
pane secco (io ho usato quello di segale) e latte qb
sale
timo
pinoli
grana grattuggiato 2 o 3 cucchiai
pan grattato qb

Ho lessato le patate a tocchetti (per fare prima) in acqua e sale, poi le ho passate con lo “spremi patate”. Ho aggiunto il tonno (privato dell’olio), un po’ di pane (precedentemente ammollatto in acqua e latte), pinoli, grana e abbondante timo e ho mescolato il tutto con le mie sante manine. Poi ho fatto le polpette e le ho rotolate nel pan grattato.
A parte ho unto una teglia con parte dell’olio tolto dal tonno, ho acceso il forno a 200°, ho messo le polpette in teglia e infornato. Hanno cotto finché sopra e sotto non si è formata una bella crosticina.

A parte il signor N, tornato dal lavoro, ha frullato un mazzetto di rucola con della panna, menta secca e un po’ di sale. Alla fine ha stemperato la crema con uno o due cucchiai di olio buono.

Le polpettine sono finite nel piano con alcuni pomodorini a tocchetti e la crema di rucola. Gnam!

(..stase mi sa che si polpettizza ancora.. melanzane!)

Che culo!

I miei colleghi stanno guardo su Rep.it le foto del ristorante toilette (e sfottono la sottoscritta per la gita a Taipei quest’estate).
Forse è meglio non dirgli che in uno dei ristoranti chic di Taipei abbiamo mangiato dei dolcetti bianchi e fucsia che sembravano sederi di Hello Kitty.. :-D

Le uova strapazzate nascono nel tetrapak

..e il burro di arachidi sa di crema di arachidi, leggermente dolce, e oggi a pranzo mi hanno dato una cosa che sostengono siano lasagne, mentre ieri voleva essere insalata greca. Ieri sera a cena il menu conteneva più termini in italiano che in inglese. Abbiamo bevuto vino francese imbottigliato in America.. mah.

..e pollo sia

Alla fine è stato pollo, avocado, pinoli, poco sedano, olio e limone. Sdraiato su foglie di lattuga.

L’antipasto era freselle (pomodoro, olive nere, feta e origano) e si beveva del Verdicchio di Matelica.
Poi è arrivato un classicissimo risotto (porcini e zafferano) accompagnato da del sano Chianti e in chiusura il pollo nuovamente col Verdicchio.

Qualcuno ha chiuso sorseggiando del Porto, i migliori hanno preferito il Recioto :-p

(..uno degli ospiti mi ha scritto “Alle tue varie doti dovrò ora aggiungere quelle gastronomiche ed enologiche. Doti che, almeno per me, non sono da sottovalutare.” Suppongo che la cena sia stata apprezzata ;-))