Almeno per un po’, Bilancia, metti da parte la tua grazia e il tuo talento nell’arte del compromesso. È ora di diventare un guerriero devoto a una giusta causa.
–Dall’Oroscopo
Pensate a cose straordinarie, saranno loro a portarvi in alto
la strana lingua del loco
Almeno per un po’, Bilancia, metti da parte la tua grazia e il tuo talento nell’arte del compromesso. È ora di diventare un guerriero devoto a una giusta causa.
–Dall’Oroscopo
Quando uno si sente fare la stessa domanda (o domande simili, insomma) nell’arco di un periodo troppo breve, forse è il caso di rifletterci un attimo.
A Roma lavoravo in centro (prima in corso Vittorio e poi in piazza Esedra), a Milano lavoro in centro (piazza Cadorna).
A Roma vivevo in centro o quasi (sotto l’ingresso dei musei Vaticani), a Milano faccio la pendolare.
A Roma uscivo dall’ufficio e inforcavo la metro per andare a fare la spesa vicino casa o mi dilungavo a fare due passi e guardare i negozi (via Cola di Rienzo, via Candia); a Milano salgo in macchina e mi tuffo nel traffico in direzione casa o inforco la bici, corro in stazione, salto su un treno e al massimo vado a fare la spesa (supermercato scrauso vicino casa o centro commerciale se ho voglia di prendere la macchina).
A Milano vado in giro in bici e ho un parco a due minuti dall’ufficio dove pranzare tranquillamente, a Roma piazza Esedra era soffocante (traffico, rumori e niente verde).
A Roma c’è il ponentino.
Il mare (non un gran mare, ma comunque..) non è distante da Roma; vicino a me ci sono un po’ di laghi (Segrino, Lario) e i miei hanno la piscina in giardino.
A Roma avevo un terrazzo enorme, qui ho un terrazzino microscopico e pur avendo più che dimezzato i vasi che avevo, non mi ci giro.
A Roma sono nate tante belle cose (il sig. N, Tigro, WMF, Tiff&Tess..), a Milano ne sono nate tante ma finite altrettante.
Il sig. N è qui di fianco che impasta il pane, con l’assistenza della sua gatta, mentre io lo saboto tirando fuori semini vari (appena si distrae un attimo li lancio nell’impasto); la mia gatta è a caccia di insetti sopra la libreria.
Ho concimato le piante sul terrazzo, sperando che i gatti non si avvelenino..
Ieri la Ciccion si esibiva nella caccia al piumino di pioppo, in piedi sulle zampe posteriori e con la panza all’aria.
(..datemi ancora qualche grado e partirò con i miei amati splash!)
Ho sempre associato il verde alla primavera e alla giovinezza e ai conigli (lo so, erano montagne, ma per me è il coniglio!) e talvolta al mare o al lago. Quest’anno invece è un colore che mi porto dietro da un po’.. sarà colpa dei pantaloni da mezza stagione o delle nmila canotte nelle varie sfumature, delle mie magliette che i colleghi apprezzano (ma secondo me è più questione di scollatura che di colore..), dei ghiaccioli, degli occhi, del finto tappetino sulla scrivania del mio socio, dei prati in cui ho voglia di tuffarmi invece che altro.
Non so da che parte cominciare, così comincio dalla canzone che mi echeggia dentro da stamattina mentre mi districavo nel traffico e nei percorsi imprevisti e che fatta sera continuo a canticchiare storpiandola (il mio generale ormai ne ha cento di anni) e che ho risentito ipnoticamente tornando a casa.
E inizio veramente a credere che si son presi il nostro cuore sotto una coperta scura, se solo il pettegolezzo aziendale spintissimo riesce a far resistere me e il mio socio da ieri, quando per farmi smettere di piangere le lacrime più piccole, le lacrime più grosse mi ha detto “scopano!” e ormai è diventato un talismano che ci rimpalliamo insieme alle battute sulla coltivazione estensiva della cipolla in Italia.
Non è questione di dollari d’argento, né di pesci che cantano, è chiudere gli occhi per tre volte e sapere che non è un sogno, che ci siamo allontanati troppo sulla pista del bisonte, che il lampo in un orecchio nell’altro il paradiso è la tecnica preferita per mettere le pedine sulla scacchiera.
Il mio albero della neve fiorisce di verde e mi trovo i suoi fiori tra le mani, se li abbandono tornano ed è giusto, perché ne ho bisogno; fiori alla mano ho chiesto cose che mi sono tornate indietro come non volevo che tornassero.. ma quando sono così o mi leggi o non ti riconosci.
(..la giacca è sottilmente bordata di rosso ed è certamente figlio d’un temporale..)
Se uno fa un assist si aspetta un gol, no?
Invece assisto a un lungo palleggio..
Andare dal ginecologo non è esattamente divertente come andare a Gardaland, in più quasi ogni donna ha le sue turbe mentali in merito (lo voglio solo donna, lo voglio solo uomo, non ci voglio andare da sola, ecc.). Quasi.
Qualche mese fa vado a prenotarmi la visita di controllo:
I è in cura da qualche nostro medico?
F ehm. uhm. Non credo. In effetti non riesco nemmeno a ricordare l’ultima volta che ho fatto una visita di controllo..
Per farmi meglio del male ho deciso di risparmiarmi 3/4 (forse un po’ di più) del costo della visita e di non farla privatamente. La differenza tra le due è che quella privata dura il doppio, il medico ti tratta come una persona e ti fa una visita; mentre quella passata dalla mutua assomiglia a obliterare un biglietto delle FS e per tutto il tempo (non più di 15 minuti, preferibilmente meno) hai la sgradevole sensazione che al quindicesimo minuto, indipendentemente da dove ti trovi, come sei vestita, cosa sta facendo il medico, suonerà un allarme e le porte si spalancheranno per far entrare la prossima malcapitata.
La dottoressa di oggi (di cui continuo a ignorare il nome) mi guarda, mi fa tre domande (non mi ha nemmeno chiesto se prendo la pillola!!!) poi asserisce “lei è un po’ cicciotta”, io per un attimo dubito di essermi sbagliata e di aver davanti una dietologa, soppeso un attimo la situazione per decidere se sollevare la maglietta e far vedere le cicatrici, poi rinuncio e semplicemente dico “ho un bendaggio gastrico” e lei subisce il colpo.
“Vada in bagno e si prepari” è la classica affermazione che mi mette in crisi. Preparare cosa? Se mi devo spogliare perché dobbiamo giocare al pudore, visto che tra 30 secondi non avrò segreti (o quasi ;-)) per lei?
Poi arrivo mi sdraio, alzo le gambe, guanti, cremina, coso et voilat, parte l’ispezione. Mi aspetto sempre che mi diagnostichino un po’ troppo cerume nell’orecchio sinistro a furia di indagare.. invece niente, tutto praticamente regolare. Mi rivesto e lei mi racconta il referto in cui alla fine mi prescrive una ecografia di non so che, di quelle che ti entrano dal naso per controllare quanto sei bello dentro. “Alla sua età” – e io ho la fortissima tentazione di girarmi e guardare chi si annida alle mie spalle – “è strano che non ne abbia ancora fatta una”.
(..e io esco senza sentirmi in colpa per andare dal ginecologo una volta ogni morte di papa..)
A me lascia perplesso questo giochino, eh. O forse è lui che ha le idee chiare e io confuse. L’altra volta ricordo che la cosa più vicina nella marea di punte era la rosa nel pugno.. stavolta:
Mentre studiavo una cosa su Technorati, sono arrivata a questa pagina.
Ecco.. nel fermo immagine di tutti i video ho uno sguardo mistico prossimo alle stigmate che pare derivi dall’uso di droghe pesanti.
(..mamma non è vero, giuro!)
Le battutacce del signor N fanno calare la rispettabilità di questo blogghete.
Il mese scorso un paio di persone sono giunte qui chiedendo a San G. “foto john holmes nudo”.
(..il post colpevole è questo..)