Soffice e peloso

C’era una volta un gatto grande come una mano, che era stato molto desiderato e alla fine era arrivato nella sua famiglia in un pomeriggio di fine maggio.
Il gatto grande come una mano, alla vista del suo papà si era rifugiato sotto un tavolo e da lì soffiava con fare da leone a qualunque cosa si muovesse nei dintorni, finché la sua mamma, incurante del pericolo, lo prese per la collottola e lo stanò.
Dopo qualche tempo, e in seguito a molte moine, il papà riuscì a convincere il feroce gatto grande come una mano a fare le fusa.

La storia del gatto grande come una mano è durata esattamente 8 mesi e 10 giorni.
Stamattina Tigro è andato “in ufficio” a casa dei nonni e stasera dopo un’ora di ricerche l’ho trovato a mezzo chilometro da casa dei miei, sul marciapiede. Sembrava dormisse, anche se sapevo che non era vero. L’ho accarezzato sperando che gli occhi mi stessero ingannando. Le orecchie erano morbide, il pelo soffice. Il resto rigido.

Ci sono dei gatti grandi come una mano destinati a rendere tanto felici le loro famiglie, ad avere una vita piena (di coccole, di affetto, di giochi e di Fiorina) pur durando lo spazio di una stella cadente.

Tigro adesso dorme sotto una magnolia. Questa primavera credo avremo una fioritura meravigliosa.

Mao.

Shakespeare ne sapeva a pacchi

L’inferno non è mai tanto scatenato quanto una donna offesa.

(..mi è appena arrivata una di quelle catene che non rimando – e che promette quindi che il signor N mi lascerà seduta stante, a Tigro cadrà la coda e a me spunteranno altri due nasi in posti improbabili tanto per essere sicuri che nessun uomo mi voglia mai più – la cui unica cosa carina è uno dei motivi per cui i ragazzi amano le ragazze: “..perché sono sempre calde anche se fuori ci sono meno 30°”..)

Siccome che

..questo blog sta diventando la mia agendina degli impegni, io venerdì me ne vado a Francoforte e me ne torno domenica.

(..messaggio di servizio per Pina: per completezza di informazione familiare, Tigro e il signor N li lascio a casa :-P)

Prima di pretendere l’orgasmo

Ho già cancellato 3 post oggi, immediatamente prima di pubblicarli, il che significa che ho le idee confuse e che non dovrei scrivere. Solo che ho voglia di scrivere, quindi me ne faccio un baffo e mi butto nel post fiume senza capo né coda.
Oggi giorno di viaggio. Ho smontato casina, l’ho rimontata nella Jollyroger, ci ho infilato Tigro e siamo partiti. Tì non è stato particolarmente felice e infatti mi ha trapanato un timpano a forza di miagolii più o meno fino a Bologna, con qualche attimo di pausa quando c’era musica che gli piaceva (tipo il Boss.. ha una spiccata preferenza per “Growin’ up”).
Viaggiare da sola vuol dire concedermi un po’ di pensieri oziosi.
Il mondo ‘media oggi era a Firenze, il mondo ‘pedia era al LinuxDay, il mondo lavorativo era spento.
Il filo dev’essere stato Appennini -> Neve -> Settimana bianca, perché dalle settimane bianche del passato sono tornata al Liceo, alla Maturità, tutta una serie di scemenze che mica mi ricordavo più.
Tipo che in seconda liceo mi piaceva M (che col senno di poi ricordo solo che sciava bene), follemente appassionato di Springsteen e che la scusa per spiccicare tre parole prima di diventare viola e azzittirmi era stata chiedergli se mi faceva una cassetta del Boss. La cassetta si è consumata e si è persa, M ha gentilmente fatto capire che non c’era storia (del resto ero amica di sua sorella.. ‘sta cosa non va mai bene!) ma il Boss è rimasto :-)
Poi c’è stata l’estate della maturità, quando facevo l’assistente in una vacanza studio per i bimbi del mio liceo e da menarli perché facessero i compiti di mate mi sono ritrovata a correggere i compiti d’inglese insieme alla mia prof di prima media. La sera i bimbi avevano giochi e cazzabubole a squadre organizzate; uno dei compiti era stata la dichiarazione d’amore: dovevano prendere una compagna, farla salire su un tavolo e incuranti delle risate generali dichiararsi. MT lo conosco da quando era alto così, io e sua sorella abbiamo fatto le elementari alla stessa scuola, le medie in classe insieme, il liceo nella stessa scuola (sebbene licei diversi). Mi sono ritrovata sul tavolo con MT che abbozzava “..e il tuo viso.. il tuo viso.. ecco, è come la luna piena!” (una musa ispiratrice rotolante dalle risate vale?).
E poi c’era il corso della storia: la fisica, le malignità, l’uni. E ancora fare l’assistente allo scambio culturale, correndo nei corridoi con le altre due. E non riesco a ricordarmi di come fossi finita in quel giro..
Ci vorrebbe Gugol, ci vorrebbe. In testa.
Tiff è ko, io ancora non realizzo. Sembra quasi di essere in vacanza o il solito weekend in giro, ma se chiudo gli occhi mi gira la testa. Ci aspettiamo nausee manco fossi incinta e almeno un’emicranietta, prima di dichiarare terminato il trasloco. E poi essere di nuovo a Roma il 5, come conta? Mah.
Quelle decisioni che ho collaborato a prendere, che per una volta mi sono stupita di me stessa per il totale distacco con cui ne parlavo.. ecco, me le sono sognata stanotte. In barba al pensiero di ieri di essere cresciuta.
Infine il dilemma, sempre quello. Ma devo FareCoseVedereGente prima di capirmici.

Chissà chi vincerà

Mi ha telefonato un anonimo e io ho lasciato dei sospiri sulla segreteria telefonica del server.

(..cmq stamattina pencolavo per casa per colpa di Tigro.. bastava chiedere, te l’avrei detto. E il gioco direi che l’hai iniziato tu.. non mi piace solo essere considerata come la rete. “non è una mano, un piede, un braccio, un volto..” non vorrei esagerare dandoti della rosa, ecco..)

Marta io ti ricordo così

Alla fine ci siamo. L’ultimo taboo è caduto oggi pome, quando anche in ufficio si sono ricordati che insomma io sabato mattina smammo e che quindi forse tocca organizzarci.
Sono a casa da sola, Tigro non è di chiacchiere stasera, dopo essere scappato dal vicino per un’oretta ora è di là a riposarsi delle sue bravate.
Tiff sta facendo lezione e poi esce con un amico. La tv è di sottofondo mentre giro per casa, tanto per avere un po’ di rumore.
Ho scritto questo post in testa da mesi, ma continuo a cancellarlo e riscriverlo.
Come posso raccontare l’ultima volta di tutto? Non posso.
Allora racconto le prime.. la prima volta che la fontana di Trevi è arrossita e io non c’ero a guardarla, l’uomo ragno che distribuiva Metro in via Nazionale, l’inverno in anticipo di una settimana rispetto all’anno scorso, le asce che si sotterrano senza mai essere state dissotterrate, i colleghi che non ci sono che lo scoprono ora e mi dicono cose che non sospettavo, i colleghi che ci sono che tengono il conto insieme a me, il signor N così lontano, l’ignoto che non è ignoto davanti, la voglia di non finire che non so come non litiga con la voglia di iniziare, questo vago gattopardesco nell’aria.. e alla fine rido. Nel silenzio del soggiorno, nell’imbrunire del terrazzo.
Alla fine è sempre la stessa cosa: l’ennesimo labirinto che salta. Una persecuzione, quella dei labirinti, che coltiviamo con gioia e godimento reciproci (altro che il Sudoku!).
Verso un po’ di Recioto nel bicchiere.. alla mia!

Tutti insieme i brividi del mondo

L’odora di Stira&Ammira della caldaia che non accendiamo, che mi fa dormire con il pile nascondendomi agli attacchi di un Tigro indemoniato che vuol venire sotto le coperte ma poi preferisce mangiarmi; l’accanimento sulle mie spalle, che seduta alla tastiera sento tese e doloranti per tutto quello che ho in testa; le sceneggiature di Nathan Never che diventano così commoventi da farmi stare col groppo in gola, quasi come una signora che è riuscita a farmi piangere per un panino. L’inizio e la fine, il lungo addio che non dico, le cose che non saluto, le persone a cui lo dico quasi per caso. L’inizio che inizia senza di me che sono ancora qui, ancorata qui, che mi sento una zavorra sotto i piedi.. e devo andare di là a litigare e non voglio. Odio litigare. E mi faccio io i problemi che gli altri non si fanno e ancora non capisco perché. E sto cincischiando da giorni perché per me ormai sono fuori e non c’è più la tensione agonistica, né l’orgoglio e perfino il senso del dovere è ai minimi storici.
La finestra è di nuovo spalancata, non c’è vento. Stasera magari sistemo le piante.

(..il mio terrazzo, le mani nella terra, i boccioli, le foglioline nuove.. sono sempre una risposta)

Monotematica

Sono stufa di essere monotematica. Scatolotematica.
Un amico mi ha appena invitata per una pizza e mi è toccato rispondere “mi spiace, ma sono di scatoloni stasera :-(“.

(..mi sto scatolando io.. fra un po’ faccio come Tigro e li rompo io..)