Fusa ad oltranza

Mac, la miciona nera dei miei, che amava stare negli armadi e che si era beccata il soprannome di Naf (da naftalina), che ha insegnato alla Ciccion ad aprire gli armadi e ad infilarsi tra la coperta e il lenzuolo per dormire, e che probabilmente ha insegnato ad entrambe le nostre micie ad essere più socievoli, non c’è più, dorme di fianco alla Nuvola.

Aveva un tumore in bocca che se l’è portata via pezzettino per pezzettino, finché non l’abbiamo fatta addormentare.
Non ha mai smesso di fare le fusa e dormire in un armadio..

(..ho scritto di lei anche qui, qui e qui..)

Blu come un cielo trapunto di stelle

Il pratone fiorito di viola di settimana scorsa non c’era più: l’hanno falciato e stava seccando prima di essere imballato e conservato come fieno, ma i prati tagliati sono già ricresciuti.
E io faccio il capobanda, perché ho la scusa, e un po’ mi lancio e un po’ li aspetto. Finché non scopro che se anche mi lancio, prima o poi arrivano.. e i prati invitano a lanciarsi in un galoppo a perdifiato.
Ed è la sera giusta perché non fa troppo caldo, non ci sono troppi insetti e io e il mio destriero siamo proprio in sintonia.
Scendiamo in una valletta e due belle lepri ci scappano davanti e un pensiero passa tra le orecchie del mio cavallo “le inseguiamo?”, ma poi cediamo all’impulso e riposiamo un attimo, ché un’altra corsa in salita ci attende e prima di passare il crinale un altro pensiero “che c’è dietro? quasi quasi mi fermo..” e invece arriviamo in cima e un poco oltre, prima di aspettare gli altri, perché un po’ più avanti è sempre meglio.
Un attimo di fresco con le zampe a mollo nel Tidoncello e poi la fuga finale. Lentamente passiamo accanto all’albero, prima che qualcuno salti giù dal dislivello senza vederlo e poi corriamo verso casa: veloci, testa a testa con chi ci affianca, per poi lasciarlo indietro, saltando quel che non ci aspettiamo per la strada (i solchi del trattore, il rigagnolo d’acqua..), provando ad aspettare gli ultimi due e poi decidere che non importa, ci troviamo in fondo.

(..che bella questa sintonia, mi mancava da una vita.. grazie. bello. bello. grazie. Ancora?)

D’erba appena calpestata

Al momento di salire in macchina mi ha detto “però guarda sto direttore della fotografia che luci che fa..”. Le nuvole si erano appena riaperte e la luce calda del tramonto inondava tutta la valle e mi son ritrovata a pensare che qui non si smarmella mica!

***

Ogni partenza è un ripasso, come rileggere un caro libro, io ripasso questa strada: sono terminati i lavori e il tratto tutto curve di stradina stretta in mezzo ai campi tra Villanterio e Santa Cristina e Bissone non c’è più.
Il pezzo che mi faceva sempre sghignazzare pensando a quel fanciullo appena conosciuto, vittima della sindrome di Ryoga, che minacciavo di abbandonare in mezzo al granturco dopo averlo fatto girare su se stesso, rimane solo nella mia memoria, sostituito da una strada larga a due corsie comode. Dove c’era il granturco quest’anno c’è il riso (sospetto non sia solo normale rotazione, è la prima volta che vedo risaie su questa strada).

Ho bisogno di un sano niente e con me ci sono quattro cd di musica italiana degli ultimi – uhm – cinquant’anni. Volume alto, canto a squarciagola. Ogni tanto sono così immersa nei pensieri che non ricordo neanche quale la canzone appena terminata. Il tempo c’è e quindi Rimmel passa due volte e anche Patrizia.. so solo che quando arrivo alla meta la sua maglietta fina è già volata via e lei sta soffrendo (e io impunemente la tronco a metà).
È proprio primavera inoltrata: il verde verdissimo, il fieno imbiancato di fiori, le acacie con più fiori che foglie, il grano con gli steli blu.

Quel che resta della mattina passa ozioso di chiacchiere e anche un pezzo del pomeriggio. Poi partiamo per una delle nostre spedizioni, a trovare l’ippovia. Io con Giove, il mio socio con Olly.
Un breve tratto tranquillo di viottoli, attraversamento del Tidoncello e di aie varie, poi la troviamo e ci troviamo a salire e salire e salire. Ad un certo punto proviamo a fare una variante di valico (e io rido come una pazza mentre lo dico, perché siamo veramente in alto e dominiamo tutta la valle) attraversando un pratone di costa, ma oltre c’è il seminato e non ci azzardiamo a rovinare un raccolto. Torniamo indietro e saliamo ancora un po’, prima di inventarci strade per scendere (non c’è gusto a far la stessa strada due volte).

Prima c’è il sole, poi le nuvole, ancora il sole. C’è vento, l’aria è bella, ronza dei trattori che tagliano il primo fieno. Giove è un patatone e Olly fa la scema, ogni tanto fa dei salti da gatto o si spaventa per delle sciocchezze ed è così prevedibile che io continuo a ridere.
L’atmosfera è così bella che diciamo cose tremende “ma che posto orrendo, senti l’aria come puzza, mamma che traffico..” come degli scemi. In effetti non incontriamo più di tre o quattro macchine, qualche trattore rallenta o si ferma al nostro passaggio per non spaventare Olly, una lepre ci attraversa la strada correndo come una matta.

Le gambe non sono più quelle di una volta e le due ore si sentono, ma una volta rientrati.. non voglio più scendere!

(..grazie sociuz, dimentico sempre quanto sia bello e vitale e necessario!)

Tu chiamale se vuoi.. tartarughe!

Pensiero Profondo si è risvegliato. Coperto di terra e lurido come non mai oggi prendeva il sole tra la pervinca di mio suocero.
Poco più in là l’altro enorme maschio si era risvegliato anche lui.
A’tuin invece sonnecchia ancora, mostra solo un pezzetto di guscio. È andata a dormire una settimana dopo Pensiero e si è scelta un posticino proprio di fianco a lui.. secondo me ci prova ;-)

Gattologo

Stamattina un’enorme gatta nera correva per casa inseguendo il suo cibo. Detto così suona molto nobile: avendo trovato un topo/tacchino/insetto in giro, la gatta nera lo inseguiva per nutrirsene; in realtà quello che stava accadendo è che prendeva le crocchette dalla ciotola ad una ad una, le lanciava in giro e le inseguiva per mangiarsele facendo dei saltoni come un prode cacciatore.

Poco fa ero, come ora, sul divano, col laptop in grembo e stavo lavorando. La Ciccion è uscita dalla loro cesta, ha disceso le librerie, e camminando sullo schienale del divano è arrivata da me. Mi ha piantato le zampe sul petto e si è comodamente sdraiata, riducendo la mia operatività a zero.

(..la porterò dal gattologo, io, altroché! Non si può mica andare avanti così :-D)

Profumo di casa

Il sig. N è qui di fianco che impasta il pane, con l’assistenza della sua gatta, mentre io lo saboto tirando fuori semini vari (appena si distrae un attimo li lancio nell’impasto); la mia gatta è a caccia di insetti sopra la libreria.
Ho concimato le piante sul terrazzo, sperando che i gatti non si avvelenino..
Ieri la Ciccion si esibiva nella caccia al piumino di pioppo, in piedi sulle zampe posteriori e con la panza all’aria.

(..datemi ancora qualche grado e partirò con i miei amati splash!)

Giardinieri in erba (gatta)

Stamattina stavo stendendo un paio di lavatrici (qui si fanno solo i lavori all’ingrosso!) sul terrazzino, godendo dell’assistenza di una enorme gatta nera.
Siccome abitualmente scava nei vasi, stamattina era controllata a vista e ne era consapevole: faceva la piccola statua pelosa dallo sguardo innocente, sotto lo stendipanni.
Finito di stendere lancio un’occhiata ai vasi per vedere se devo innaffiarli e.. tra la salvia e l’avocado scopro una voragine che qualche minuto prima non c’era.
La piccola statua pelosa non perde lo sguardo innocente nemmeno quando urlo il suo nome.. (salvo poi darsi alla fuga verso casa).

(..e comunque ieri sera riguardavamo le foto di un anno fa e da allora è decisamente diventata Ciccion!)

Anche gli angeli mangiano fagioli

Una sera di settimana scorsa, a tavola compaiono fagioli al pomodoro.
Il sig. N finisce di mangiare, inizia a sparecchiare mentre io sto mangiucchiando gli ultimi bocconi e il suo posto a tavola viene riempito da una enorme gatta nera (TheCiccion).
Il sig. N è distratto e la Ciccion è terribilmente interessata al mio cibo. Io appoggio sbadatamente un fagiolo nel piatto davanti a lei. Rapida come la folgore compare una zampa nera che artiglia il fagiolo e lo butta a terra, poi atterra tutto il gatto a terra e si sbrana il fagiolo.
Il sig. N osserva atterrito la scena.

N Amooooo, ma i gatti non mangiano i fagioli!
F Vuoi spiegarlo tu alla Ciccion?

Rumors

La domenica sera si sta appollaiati sul divano a vedere NCIS (se ci sono altri impegni si soffre pensando che ci si sta perdendo NCIS).
Ieri sera avevo pezzi di mostricione addosso e una gatta a buco nero sulla sedia poco distante.
In uno dei rari momenti di silenzio del telefilm ho distintamente sentito dei rumori sonnici (qualcuno, maligno!, direbbe che si russava ma tant’è..) provenire dall’altro capo del divano e la Ciccion (TM) che rispondeva squittendo nel sonno dalla sedia.

(..tale signor N tale Ciccion (TM)..)

Ingiustizie

Io sono qui che lavoro sul divano da sola e il signor N è a letto, con due gatte porcelle che gli ronfano accanto.

(..ma i gatti non erano animali da compagnia?)