Some day I wish upon a star

Tra i draft del blog ho un post che si intitola “i post che vorrei” e raccoglie post che scrivo ma che per qualche strana ragione (solitamente) contingente decido di non pubblicare, ma che nemmeno mi decido a buttare.

Ce n’è uno di 3 mesi fa (la data l’ho recuperata perché nel testo faccio riferimento a una cosa che ho bloggato) che letto oggi mi dice perché ho deciso di venire a Roma.

Ho smesso di leggere (e non è un buon segno) in compenso scrivo tantissimo, almeno il doppio di quello che poi pubblico qui. Il resto lo casso, lo aggiorno, lo tengo solo per meditare. Ma scrivere va bene, è terapeutico. Lo è sempre stato (sono letteralmente infestata da vent’anni di terapia cartacea).
Leggi tutto “Some day I wish upon a star”

Due minuti per me

Stranamente non ho dormito in treno.
Mi sa che ho raccolto un po’ tutte le emozioni, le corse, un po’ (ma poco!) di sano stress e ce li ho tutti qui, comodamente seduti nei sedili ormai vuoti di questa fetta di vagone.
Niente di grave, ma sono due settimane che non mi fermo.. il lavoro, il trasloco, due trasferte (Genova il weekend scorso e Vicenza questo).
Le valige ancora da svuotare e la casa da sistemare.
I miei che arrivano, gli amici che iniziano a bussare o che accettano inviti, un altro weekend in trasferta.
Sono un po’ riottosa a ributtarmi nella mischia di una vita frenetica.. ho un po’ voglia di godermi la mia casa e fare piccole cose che mi soddisfino.

(..magari domani ricambio idea e torno a disperarmi se non ho la vita di nuovo zeppa..)

Con tante finestrelle colorate

Abito in una via pomposamente chiamata via, perché in realtà è una scaletta (con tanto di gradini, ovviamente).
Sto al terzo piano, senza ascensore (perché fa bene alla linea, no?)
Sto sotto il tetto e fa caldo (Antò!)

..ma basta alzare gli occhi di poco per vedere le stelle..

(..c’era una volta una gatta che aveva una macchia nera sul muso e una vecchia soffitta vicino al mare con una finestra a un passo dal cielo blu..)

Felice

Non so se esistono strani riti o credenze per cui non bisogna dirlo ma solo esserlo, nel caso ecchissene.
Sono felice.
Per la prima incredibile volta nella mia vita ho la sensazione di essere al posto giusto.

(..ma non chiedetemi che posto..)

L’ora è giunta

Ta-dan!
Oggi vado a firmare il contratto e a prendere le chiavi di casa, poi scappo da Ikea a comprarmi il letto (no, volendo me lo danno.. ma un coso-futon-letto-divano quando decido di tirarlo su occupa meno spazio).
Domani si trasloca (pant! solo all’idea..).

È un cdc che balla, oh, oh!

..ebbene sì.. ancora pochi istanti e poi questo pc, il monitor, lo scanner, il router wifi e forse anche la stampante verranno impacchettati e l’Ubicdc verrà traslocato nel loculo in attesa di essere spostato nella nuova casina.

(cdc = centro di calcolo)

Venerdì, eh?

Com’è che oggi la “Thanks God is Friday” non funziona?

(..forse perché mi aspetta un weekend da incubo con troppe cose in troppo poco tempo, con troppi chilometri e troppe tensioni e nessuna voglia..)

MiB

Lavoro in un gruppo di Men in Black.
Li ho visti uscire dall’ascensore (piccolo e buio) per andare in pausa pranzo, con già su gli occhiali scurissimi.. (anche l’androne è buio).

Mah.

A guardarlo adesso non sembra vero che sia lo stesso cielo

Sabato mattina pigro e indolente col primo occhio che si spalanca alle 10 passate e il neurone inizia a sbattere impazzito “Oddio è sabato e ora che faccio tutto il giorno?”
Niente panico.
1. la doccia
2. sfogliare la Lonely Planet e vedere se c’è qualcosa che mi attira

– zum-pà-pà-pà-zum –

Con uno straccio di programma in testa sono andata dal giornalaio, ho preso il bus, sono scesa a Termini e sono andata in cerca dell’APT centrale che era puntualmente chiusa.
Sali, scendi, attraversa col rosso, passa sulle strisce senza guardare altrimenti non passerai mai, sbircia i negozi, scansa l’impalcatura.. et voilat, signori, i tetti di Roma visti da Trinità dei Monti.
Sosta sul muretto a imprimermi le foto che non farò, telefonata a mammà se no si offende che non mi faccio mai sentire (“ma perché non sei tornata a casa questo weekend?” perché ci vivo a Roma mamma, non sono solo in trasferta) e riparto seguendo il verde, piombando dentro il Pincio e Villanonsochè.
Poi la calata verso piazza del Popolo, via del Corso, la pappa, il Pantheon, piazza Navona.. il mio solito giro per tornare verso casa, insomma.

(..e non aveva ancora 15 anni – zum-pà-pà-pà-zum – io le chiesi “amor?” lei mi rispose “sì”, tradito fui proprio da quella lì! – zum-pà-pà-pà-zum!)