Oggi mi faccio i mood miei

Non ho ancora capito come sto messa oggi.

Stamattina in macchina imbottigliata nella solita A4 ascoltavo Tiziano Ferro (embè? Che ci posso fare? Mi piace!) e cantavo a squarciagola.. dovevo fare anche delle smorfie se una famigliola è passata guardandomi fissa e indicandomi.. e sono arrivata in ufficio allegra.

A pranzo ero mutola, completamente “asciugata” dal nuovo collega.. è due giorni che è tra noi ed è già un tripudio di pasqa-pensiero “Perché noi dobbiamo fare così” Noi? Noi chi? E poi: così? Ma così come?

Oggi pome arrabbiata. Ma non so bene con chi ne perché.
Al solito, ho un sacco di teorie, ma nessuna mi soddisfa in pieno.

“Chi non lavora non fa l’amore” ed io mi domando “E gli stakanovisti?”

(..postato da FacCheeamoChee..)

Piangere

…sto scrivendo qui per non alzarmi e correre a chiudermi in bagno a piangere. Ma non andrebbe bene nemmeno il bagno. Non potrei urlare.
E invece io voglio urlare. Devo urlare.
Infatti parlo a voce bassa, controllata. Ho la faccia tirata. Se passo in corridoio mi girano alla larga.
Non sono arrabbiata.
Di più.
Molto di più.

Mesi fa ho fatto una scelta lavorativa. Ho permesso al mio lavoro di fagocitarmi perché credevo che alla lunga mi avrebbe giovato. Insomma valeva la pena di lavorare minimo 11 ore al giorno, se serviva a far capire al mio capo che sono brava, che faccio bene il mio lavoro, che la gente ama lavorare con me.

Mesi dopo, mi accorgo che:
1. il mio capo continua a non sapere quello che faccio
2. anche se è in copia in tutto quello che “emetto” non legge/non capisce
3. mi tratta come una bambina stupida, senza aver capito che lo stupido è lui. Se la gente bypassa la gerarchia e contatta me, non ti chiederesti perché?
4. non è possibile che a 50 anni non sappia assegnare la priorità alle richieste che gli arrivano. Non basta alzare la cornetta e dire “Te ne occupi tu? Dobbiamo dare questo dato entro domani” o fra tre giorni o due settimane. Non importa. Io sono piena per i prossimi sei mesi. Giorno per giorno ho delle scadenze fisse che si sovrappongono, poi arrivano le richieste urgentissime, poi i nuovi lavori, poi la manutenzione ordinaria..
5. poi non ti puoi permettere di non darmi le ferie perché quella è incinta, quello non sai cosa fa e quell’altra è sfigata e se gli si ammala il figlio come si fa? Non mi interessa. Non mi importa. Gli voglio bene, sono i miei amatissimi colleghi, non romperei mai le balle a nessuno, ma non mi interessa. Non mi dire che “Te lo dico all’ultimo, vediamo come vanno le cose”. Io volevo andare via. Capisci? Amici, mare, ecc.
6. La mail con la richiesta di ferie te l’ho mandata ieri mattina. Non ti sei degnato di rispondere. E hai avuto anche il coraggio di dire “Non ti ho risposto apposta”. NON MI HAI RISPOSTO APPOSTA?
Te lo dico io cosa dovevi fare: dovevi alzare la cornetta e dire, in tono gentile, che ti dispiaceva molto ma per i motivi blah-blah non potevi darmi le ferie. Non aspettare oggi pomeriggio e comunque non fare niente finché io non ti ho sollecitato…. Mi sarei incazzata anche ieri mattina, ma molto meno. Tu, almeno una volta, saresti stato corretto.

…………..

(..postato da Inkazzatissima..)

Consecutio temporum

Dopo “Domenica: respiro”, ci sarebbe “Martedì: sclero”. Ma non mi voglio annoiare da sola.
Così galoppo via… mi aspettano due partite da arbitrare per dimenticare un pessimo inizio di settimana!

(..postato da HorseBoh..)

Domenica: il respiro

Sabato notte l’ho passata online a “lavorare” con un amico.
Chiusa nell’ufficio deserto, accompagnata dal ticchiettio della tastiera e dalla radio che cantava incessantemente (uno dei privilegi della notte: niente pubblicità).
Verso le 7:30 abbiamo finito di lavorare, così sono uscita alla ricerca di un bar aperto per fare colazione.

Alle otto meno un quarto di una domenica mattina di sole dopo giorni di pioggia, Milano era bellissima. Quel pezzo di Castello che occhieggia su piazzale Cadorna era un’ombra nel sole, che solo l’ago e filo mi permetteva di intuire.
Poche persone, quasi tutti stranieri, famiglie in partenza… ma soprattutto persone sorridenti.

Ferma nel sole, guardavo abbacinata in giro.
La sentivo respirare, questa città. Un respiro lento. Credevo fosse un respiro da sonno, a tratti leggero a tratti profondo.
Invece era il respiro rilassato, di chi -anche solo per un momento- smette di essere compreso nella sua parte e si lascia andare ad essere se stesso.

Alla maniera di Prevert:
nel sole delle otto,
in Cadorna,
respiro leggera come la mia città.

(..postato da CheePrevert..)

Il gatto del Cheshire

Ecco la filosofia di questo weekend:

Qui siamo tutti matti. Io sono matto. Tu sei matta.
Come lo sai che sono matta?“, disse Alice.
Per forza“, disse il gatto, “altrimenti non saresti venuta qui“.

;-D

(..postato da CheeShire..)

Messaggi in bottiglia

Giorni fa su wikipedia qualcuno ha lasciato un messaggio a sproposito. Sapevo che sarebbe stato cancellato, così l’ho tenuto e lo metto qui, un messaggio in bottiglia che io ho raccolto e rimando.

“Tutti abbiamo diritto ad un sogno. Oppure tutti abbiamo il dovere di crearne uno da realizzare. Il principe azzurro da conquistare… o l’eroe da rappresentare… o il modello da ammirare… lo scienziato da ricordare… il viaggiatore che affascina…la bellezza da imitare… e così, ti svegli ogni mattina… per sfruttare il tempo a tua disposizione per il tuo sogno… Ma le cose non funzionano sempre nella felicità di una fiaba… Te lo hanno detto, vero? E chi un sogno non lo trova? E chi lo ha perso?”

E regalo anche un bacio in parole:
“Abbiamo parlato a lungo dell’amore. Ora proviamo ad acoltare, vuoi?”

(..postato da BaChee nella sabbia..)

Oggi si chiude presto

Piove.
Sai che novità.
La pioggia è un punto di partenza o di arrivo?
(quando non voglio dire qualcosa faccio sempre così, mi faccio prendere dalla divaghite, manco fosse una intro necessaria)
Me ne vado a casa.
A sedermi sotto il portico a prendere freddo e sentire l’acqua.
Col mio cane che mi fa compagnia (gorsch! la puzza di cane bagnato…) e il gatto che cercherà un posticino per completare il quadretto.

Non è serata per stare da sola questa. Finirà male… lo so, mi conosco.
Ma tant’è… la vita mi riserva per oggi solo la mia meravigliosa compagnia.

…lasciamo la parola allo zio Lucio…

“Cosa c’è dietro una lacrima
sarà un colpo di vento chissà

Cosa vuol dire una lacrima
e perché non è uguale anche per me
per me che ogni giorno ho una maschera
soprattutto quando parlo con te”

(..postato da NonCheeSonoXNessuno..)

Equilibrio

Milano.
Arco di trionfo.

Sono seduta in mezzo al cantiere. Tra piastrelle di marmo, vecchi legni e cavalletti, nessuno fa caso a me.

I pensieri vorticano veloci, rimane solo qualche frammento.

mi sono resa conto che è inutile fingere…

In lontananza qualcuno suona un tamburo.

mi sono concentrata sulle differenze, mettendomi in crisi da sola (troppe seghe mentali fanno male!)

Un’ostrica socchiusa… solo il sole che si riflette lascia intuire la perla

dovevo recuperare (o trovare?) un altro instabile equilibrio

(..postato da Cheepolla..)