Ho una scrivania.
Il pomeriggio della ferale notizia sull’openspace è stato investito alla ricerca di una collocazione per me.
Inizialmente sono stati fatti lunghi studi per far entrare una scrivania (forse esistente in cantina o forse da acquistare da Ikea) nell’ufficio dei due sistemisti, poi quello più “attivo” (ossia quello che trottola sempre in giro per uffici, piani, ecc.) si è candidato per prendersi il mio presunto nuovo ufficio.
Così ho una scrivania.
Ora devo solo ricordarmi di portarmi un paio di cuffiette perché il mio dirimpettaio è *sempre* al telefono e ha un tono di voce decisamente elevato.
Il condizionale è d’obbligo
Avrei miliardi di cose da raccontare, ma ho il blocco dello scrittore (perifrasi per “sono poco ispirata e la sera non ho voglia di fare cose al pc”).
Open space è sinonimo di corridoio
Settimana scorsa era sparita la mia scrivania; non essendomi stata notificata la cosa, da vera ignorante lunedì mattina sono arrivata molto presto (avevo cose da fare..) e mi sono messa al mio solito posto.
C’è stata qualche rapida polemica quando sono arrivati i nuovi inquilini, ma si è risolto tutto in fretta.
Oggi c’era in giro colei che si considera l’imperatrice di questa società e:
1. l’ho incrociata andando in bagno, l’ho salutata e lei non si è degnata di rispondere
2. appena se ne è andata mi è stato notificato che dovevo spostarmi
Per una persona della mia utilità (aziendale), delle mie capacità e per le mie esigenze è stata prontamente trovata una stanza consona.
Premessa: questo ufficio è fatto a L. I due rami della L sono sfalsati di circa due metri e in comunicazione tramite una scaletta che dà su un open space in cui hanno avuto il coraggio di mettere un tavolone e due telefoni e che all’occorrenza (ossia quando siamo pienissimi) viene usato come sala riunioni (assolutamente pratico: chiunque voglia bersi un caffè passa di lì..).
Indovina, indovinello, quale stanza sarà mai toccata alla Frieda?
L’open space. Quando me l’hanno detto per telefono, ci hanno messo 5 minuti a spiegarmi qual era.. la mia testa si rifiutava di capire “la stanza con la scala” e io mi interrogavo se in qualcuna delle sale che non frequento qui accanto ci fosse una scala. Poi ho capito e ho chiesto un modulo di dimissioni precompilato.
(..alla fine ci andrà il sistemista, che tanto è sempre in giro o sempre al telefono e non gli importa più di tanto del casino e del rumore e io andrò al suo posto, in ufficio all’altro capo della L. Ma questa cosa non mi va giù..)
Gutta cavat lapidem
L’ultima, fresca fresca: sono lavorativamente apolide, ossia mi hanno fottuto la scrivania.
E l’ho scoperto per caso perché il collega che viene oggi pomeriggio doveva recuperare delle carte lì sopra e portarmele.
Sono triplamente incazzata:
1. perché chi ha deciso di “rilocare” delle persone a me non l’ha comunicato
2. perché chi si è messo alla mia scrivania non si è minimamente preoccupato di avvisarmi prima di spostare le mie carte
3. perché le mie carte sono state spostate a cazzo e mischiate a quella di un’altra
..e se lunedì arrivo e non trovo il mio calendario dei gatti, viene fuori un pandemonio.
(..odio questa società. Cazzo. Sempre tutto col culo, eh?)
Angoscia
Sono arrivata al punto che il mio lavoro mi angoscia.
Ieri sera avevo la crisi della domenica sera:oddioilweekendègiàfinitoedomanisilavoraomioddioèstatotroppobreve.
(..tenuto conto che il medico mi ha chiusa in casa per altri 5 giorni, la cosa è doppiamente preoccupante..)
Ieri avrei sbuffato, ma..
Apprendo con sollievo che domani e dopo sono a Roma.
(..ho bisogno di muovermi!)
Guerra fredda
Lei spegne i fancoil e io li accendo.
Abbiamo l’ufficio più spifferoso della storia, nel piano più freddo di tutta l’azienda e con una scelta difficile: -20° o +30°.
Io preferisco i +30° e lei i -20°.
Così quando io non ci sono lei spegne e appena lei esce io accendo.
(..mi salvo solo perché per quattro giorni a settimana sono da sola in ufficio..)
FF
Per la mia terza gita (una all’anno e il trend promette di non interrompersi) a FF abbiamo registrato:
* un’autostrada chiusa (la tangenziale est, venerdì mattina: i criminali dovevano riaprirla alle 6:30, mentre alle 8:30 era ancora chiusa.. la patente di mio padre è ancora al suo posto solo per qualche strana congiunzione astrale)
* niente contanti (a Linate non c’è un bancomat una volta superati i controlli e io avevo dimenticato il codice della carta di credito a casa da qualche parte o in memoria del vecchio cellulare; quando mi è venuto in mente che potevo usare il bancomat sul circuito internazionale mi sono ritrovata a mormorare “God save the Queen”, con tanto di maiuscole, e ancora non ho capito perché)
* niente adattatore per la spina del caricatore del pc (cioè dopo essere stata in posti strani come Taipei e la Florida mi sono detta “vado in Germania, non chissà dove!”, il che ovviamente non ha contemplato guardare la spina e accorgermi che era un 3 piccolo.. 39€ di nuovo caricatore mi aiuteranno a pensarci di più la prossima volta)
* una tazza natalizia di Francoforte (il vin brûlé locale è stato già consumato e gradito)
* una valigia smarrita al rientro (è rimasta a Zurigo, dove ho fatto tappa.. in teoria dovevano portarmela oggi in ufficio, ma qui non è ancora arrivato nulla)
* un colossale mal di testa, munito di nausea e dolori cervicali (un messaggio non troppo in codice dal corpo-di-Frieda che minacciava lo sciopero?)
* un po’ di risate
* una riunione incloncludente
* la sensazione che finalmente dopo mesi inizio a capire cosa ci faccio io lì
(..è allo scatafascio, ma c’è da lavorare. Il che va comunque bene..)
Alla c.a. del Fun Club
Ecco come impiego le mie serate ;-)
Somatizzo
Lunedì sera devo fare una consegna ad un cliente.
Un’ora fa mi hanno chiesto una beta (illusi! più di una alfa non concedo) per stasera.
Sarà per quello che mi è venuto un devastante mal di stomaco?