Non c’è proprio verso

Sono passati poco più di due mesi dalla loro ultima vacanza che già ripartono: la meta questa volta è la Bulgaria.
Per qualche strana ragione sono convinta che siano andati col solito viaggio organizzato e invece oggi pomeriggio mi chiamano disperati che il loro volo è annunciato con non si sa quanto ritardo e non hanno prenotato un albergo a Sofia e non hanno voglia di dormire in aeroporto.
Indovina indovinello chi è che deve inseguire gli alberghi intravisti da mia madre e incrociare le sue pare con i requisiti di mio padre e trovargli un posto?
Appunto.

(..prima o poi gli sego anche il passaporto, carta di identità and so on! Del resto anche Ugo concorda che sono pericolosissimi: oggi ho notato che sul suo profilo su skypcoso ha la data di nascita di mammà e le ho chiesto come mai se l’è messa.. “la mamma a un certo punto è entrata nel mio profilo e ha cercato di intestarselo.. bisogna stare attentissimi, ti cambiano la personalità quei 2 lì!”)

Un airone sopra il fiume e poi ritrovarsi a volare

Appresso alla stanchezza della settimana, a RadioServa aziendale che ormai trasmette a tutte le ore le notizie più inquietanti e non per questo meno vere, parlare con la lurkatrice e leggere nelle sue righe cose che sento tra le mie righe, chiedere al socio e non avere risposte. Trovarsi due volte di troppo annegata in una birra, scordare di chiamare a casa, ricordare prati alcolici passati e pensare a quelli futuri.
Sentire la mancanza di Tiff, scriverle sperando che ovunque sia mi senta e risponda..
Chiudere gli occhi e vedere tanti occhi passarmi davanti. Riconoscerli tutti. Tutti. Capire di essere sulla difensiva da tanto, troppo. Sfogare la tensione della settimana ripensando alla piscina gonfiabile, al casino, “smettetela subito di fare i cretini”, sapendo di avere davanti una settimana pesante.
Ma domani c’è Ondaland, credo. Il sole, spero. L’acqua, soprattutto.
L’acqua lava, vero?

Skypate

A me se qualcuno mi propone un “date” su Skype anche se ufficialmente è per lavoro mi viene da pensare male..

(..3 cose 3 mi ricordo dell’inglese delle medie e il signifato di date è una di quelle!)

Cane cane, gatto gatto

Sto chiacchierando con un ex-collega via mess..coso e navigo nei ricordi. Son due mesi e spicci che son fuori, ma in realtà ero via dal trasloco.
..però mi fa sorridere il vecchio gergo.. parlare del bau, dei birilli, rivangare le nottate di baustorming, il buco temporale che ti assorbiva se entravi nell’ufficio dei birilli..

Chi ben comincia

Meditavo sui miei inizi e sulle mie non fine applicato al lavoro.. e ho scoperto che sul lavoro sono meglio che nel resto della vita.
In Vodafone, non avendo un progetto con un inizio ed una fine, me ne sono andata alla fine esatta di un FY, in Cefriel avevo due progetti, uno l’ho portato a termine e l’altro è andato avanti ancora per anni, in Intes il progetto era nato praticamente con me e quando me ne sono andata avevo appena consegnato un nuovo sviluppo e non lasciavo nulla di aperto.

Diventi rossa se qualcuno ti guarda

A me quel “perché tu hai un sacco di problemi con le donne, oh se ne hai!” mi è rimasto qui. Anzi, mi è rimasto molto qui il mio aver abbozzato, che è una risposta che emerge dal passato e non arriva da fuori ma da dentro, dal non riconoscersi in quel che vedi in giro e nel sentirti un po’ amorfo, esserselo portato dentro a lungo, poi aver imparato a vedersi con gli occhi altrui e capire al contrario, fino a prendere uno specchio e guardarsi, occhi negli occhi, fino a leggere dentro, tutto. Questo è costato anni, lacrime salate e fatica, ed è.
Che io lavori meglio con gli uomini, non è un segreto ma una preferenza. Lo trovo più semplice e se proprio tocca usare qualche trucco, preferisco poter essere io a usarlo :-p
Delle donne non sopporto le “miss ce l’ho solo io”, quelle che escono da un meeting stronze come un uomo (cit.).. vogliamo mettere con l’entrare Frieda e uscire stronza come Frieda? Dà molta più soddisfazione!

F com’è che l’hai definito tu ieri? Unsexy? ecco.. posso aggiungere la mia? come sensazione femminile, ovviamente perfida..
F lui si sente bello e sono contenta per lui, voglio dire, è importante stare bene con se stessi
F ma se proprio.. io lo trovo un po’ invertebrato! ha quel non so che..
A sneaky?
F ecco. un po’ viscido, strisciante, forse unticcio.. invertebrato!

(..ci sono cose che sto adorando, come la “calma”, gli abbracci e i pensieri. Del resto ho sempre detto che l’importante era divertirsi!)

Ploof

F ..esci ballando dai frigoriferi dipinto di blu
F e ti ripresenti manco fossi una peperonata
(..)
P noto che come al solito non mi ascolti e cambi occupazione come cambi vestiti :-p
(..)
P quindi hai deciso cosa fare da grande?
F no..
F non ho deciso
F anzi
P ecco
F che devo fare da grande?
(..)
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?

Perché insomma io le domande me le faccio in continuazione, ma trovare una risposta è un altro paio di maniche. Un po’ come i bambini che attraversano la “fase dei perché”. Perché il sole è giallo, il cielo blu (ussignur, oggi non proprio..) e il prato verde? e se il sole fosse verde, il cielo giallo e il prato blu? (saremmo in un dipinto di Kandiskij o giù di lì, ecco).
..e c’è la fregatura che alle domande bisogna dare risposta, perché se no rimangono lì, sotto pelle, e ti arrovellano più del dovuto e soprattutto quando meno te lo aspetti. Un po’ come le risposte che ti vengono fuori al momento più strano possibile.
Come stamattina alle 5. Io sono sicura che qualche illuminazione mistica di genere non prevedibile stava per cogliermi durante il sonno come al solito, ma è stata interrotta da una gatta nera che mi usava come trampolino di lancio (gorsch!) e non è più tornata. Un po’ come quegli starnuti che si preannunciano facendoti pizzicare il naso per ore e poi zac!, niente, il momento passa e il ricordo del pizzicorino rimane quasi più vivido del pizzicorino stesso. Oppure quelli che ti toccano la lingua mentre stai sbadigliando impunemente a bocca aperta e hai quella sensazione bruttissima come di una peperonata ferma nell’esofago. Ecco, quella.
La risposta che vagola da qualche parte e non si decide ad arrivare.

(..ah, ma io aspetto, eh. Sissì che aspetto. Sulla soglia e col fucile!)