Non so cosa cerco finché non lo trovo.
Nella vita così come in questo pigro pomeriggio.
Poi l’ho visto.
Un sasso largo, piatto, a pelo d’acqua.
Per poter stare asciutta ma nello stesso tempo sedere nel lago.
Leggi tutto “Da un’altra vita”
Pensate a cose straordinarie, saranno loro a portarvi in alto
Ogni tanto salgo sull’albero maestro della mia vita e osservo il mondo da lì
Non so cosa cerco finché non lo trovo.
Nella vita così come in questo pigro pomeriggio.
Poi l’ho visto.
Un sasso largo, piatto, a pelo d’acqua.
Per poter stare asciutta ma nello stesso tempo sedere nel lago.
Leggi tutto “Da un’altra vita”
S ..chissà cosa c’è da festeggiare poi. E poi rompete tanto con la parità e mica c’è la “festa dell’uomo”
F essì. Perché sono le donne che sopportano gli uomini
S (occhiata in tralice alla moglie)
F ..
Una volta all’anno ci fermiamo e guardandoci dritte negli occhi ci raccontiamo che veniamo sempre e solo viste come mogli e madri, reali o future o possibili, e che non ci viene mai permesso di uscire da questo ruolo.
Il lavoro ci discrimina perché prima o poi potremmo diventare o mogli o madri o entrambe: non facciamo carriera, facciamo fatica a trovare uno straccio di contratto decente e se per caso pensiamo che prima o poi vorremmo essere mogli o madri o entrambe dobbiamo anche fare i conti con l’orologio biologico, che corre più in fretta di qualsiasi lavoro iperimpegnativo.
Per una volta ci ricordiamo che siamo donne, esseri più o meno dolci, più o meno delicati, più o meno.. non eterne combattenti, amazzoni, contrapposizione o negazione dell’uomo.
Mamme, figlie, partner, amanti, amiche.. semplicemente donne.
(..e visto che pare così scontato da non accorgersene, sì, una volta all’anno è giusto festeggiare..)
(un BOFHfico a caso protesterà)
Sempre devi avere in mente Itaca –
raggiungerla sia il pensiero costante.
Soprattutto, non affrettare il viaggio;
fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio
metta piede sull’isola, tu, ricco
dei tesori accumulati per strada
senza aspettarti ricchezze da Itaca.
Itaca ti ha dato il bel viaggio,
senza di lei mai ti saresti messo
sulla strada: che cos’altro ti aspetti?
– Costantino Kavafis, “Itaca”, 1935 –
Credi al grano al mare alla terra
ma soprattutto all’uomo.
Ama la nuvola la macchina il libro
ma innanzitutto ama l’uomo.
Senti la tristezza
del ramo che si secca
del pianeta che si spegne
dell’animale infermo
ma innanzitutto senti la tristezza dell’uomo.
– Nazim Hikmet, “Forse la mia ultima lettera a Mehmet”, 1932 –
Sono entrata in un silenzio altrui e adesso me lo porto dentro.
O forse è aver ascoltato il vento per un pomeriggio, la folla domenicale a spasso per il centro, il cigno che mi è venuto incontro, il lago che ribolliva, gli amici che parlavano.. le nuvole, la neve, il ricordo del sole, ma soprattutto il vento.
Una stella. Il vento.
I laghi di pietra increspata dal vento. Il vento.
Le poesie d’amore di Nazim Hikmet illustrate con fotografie di Robert Doisneau.
Il diario di Frieda Kahlo. Il libro di Hayden Herrera.
Bruno Munari.
Il vento.
Ingredienti (in proporzioni variabili):
lievito di birra, latte, argilla, amido, essenza oleosa profumata, acqua calda, magari una musica dolce
Mescolati a piacimento danno una maschera per viso/capelli/scarpe/ecc e una accogliente vasca da bagno profumata.
Prendete un signor Darcy a piacere, un intervallo di tempo a disposizione, et voilà.. scivolate dolcemente nell’acqua.
..e non dimenticate di spegnere o azzittire i cellulari. Ma non meravigliatevi se al ritorno nessuno ha chiamato, avranno letto il cartello Relax in corso appeso fuori dalla porta del bagno.
scrivo sul blog
per smetterla di riempire fogli sparsi
per condividere cazzate con gli amici
per far felice ogni tanto l’enorme ego
per il gusto perverso di camminare su una sartia..
stavo guardando le foto su flickr
di una che manco conosco
voglio andare viaaaaaaaaaa
ho bisogno di una vacanza
di un viaggio
di un’evasione in grande stile
non di questa finta
vacanza
che non mi vacanza
no, ci vuole una zingarata!
..il problema sono i compagni di viaggio..
:-(
Da qualche parte già c’è uno scatolone polveroso pieno di Smemo e prima ancora di altri diari.
Da qualche parte in rete c’è un mio blog di anni fa, sotto mentite spoglie.
Oggi, qui, ci sono io.
..ogni tanto l’idea mi spaventa..
/me è *strana* in questi giorni
Domenica sera ero a cena da amici (forse amici è un po’ riduttivo, mi conoscono e amano da più di un terzo della mia esistenza e sono quasi la mia famiglia adottiva).
Quando ho bisogno di confrontarmi con due genitori, chiacchierare con un’altra sorellina o parlare con un amico che mi ha conosciuta come il palmo della sua mano, passo di lì.
Leggi tutto “Il maglione di Linus”