Non succederà più

L’altro giorno casualmente mio padre ha tirato fuori un ricordo che avevo soppresso (per me era irrilevante, invece lui si era spaventato quindi se lo ricorda bene) e mi ha fatto ridere molto.

Quindici anni fa (o giù di lì) avevamo un bellissimo modem, con cui io e Ugo stavamo attaccate a internet ore e ore (con somma gioia della Telecom e della sua TUT e, si fa per dire, buona pace dei miei quando arrivava la bolletta).
Il computer stava in camera mia, la presa del telefono nei pressi della cucina e ci volevano 10 metri di cavo telefonico con tanto di giuntura in mezzo per collegarmi. Prendere il cavo, snodarlo, attaccarlo da una parte, stenderlo, arrivare al modem, attaccarlo e finalmente far partire la sospirata connessione.. praticamente un’impresa titanica! Per cui spesso lasciavo il cavo attaccato e steso per casa (con gente che ci inciampava, il modem che cadeva a terra, ma va beh.. la US Robotics li faceva solidi!).
Se il cavo era attaccato alla presa telefonica, anche se il modem era sconnesso, gli altri telefoni di casa non suonavano.

Una volta che i miei erano via – e i cellulari non erano ancora in dotazione ai figli – devono aver provato a chiamarci diverse volte, non ottenendo mai risposta. Fino al punto di preoccuparsi e telefonare ad un vicino di casa che era venuto a citofonarci un po’ in apprensione e un po’ imbarazzato per sincerarsi che fossimo ancora vive.

(..a seguito di questo simpativo episodio, mio padre installò a casa un centralino, per bypassare le sue figlie e il loro modem!)

Il pisciatore maledetto ha colpito ancora!

Fine maggio. Dopo la fioritura dei papaveri.

Sui bordi delle strade, accanto ai ricci spiaccicati, pullula di uomini adulti incontinenti e menefreghisti.

Uno di questi sfidava apertamente le leggi della fisica, essendo in giro con due stampelle..

(..il titolo arriva da un aneddoto – probabilmente inventato di sana pianta – che mio padre raccontava a me e a mia sorella, quando eravamo molto nanerottole e molto incontinenti notturne. L’identità di questo antisupereroe rimaneva sconosciuta e a testimoniare la sua esistenza c’era solo una scritta sulla lavagna: quella, appunto, nel titolo)

Si leva l’ancora dai pantaloni

La mia inesistente forma fisica ha almeno un pregio: dopo due ore in giro a cavallo posso confutare la simpatica teoria del sig. N secondo cui l’equitazione non è uno sport (non conta che sia pure olimpico, no) perché è solo il cavallo che fa fatica.

Se lui avesse ragione, non riesco a spiegarmi come mai a me fanno male:

  • pezzi non meglio definiti della cuffia dei rotatori
  • addominali superiori
  • gli adduttori
  • polpaccio
  • glutei

(..il che vuol dire che riesco a sedermi come una signorina e non come un cowboy stanco, ma che cammino un po’ più a papera del solito!)

L’esperienza non paga

Mio cuggino, mio cuggino, anni fa ha avuto una simpatica esperienza durante un colloquio, che si rammenta ancora adesso.

Dopo aver lavorato per circa tre anni in una delle principali telco italiane, ha mollato baracca e burattini ed è andato a fare un corso di specializzazione. Per chiudere il corso gli è toccato uno stage in un Posto e al termine dello stage è rimasto a lavorare per un po’ ancora in Posto.

Quando ha fatto il colloquio per Posto, l’intervistatore ad un certo punto gli ha parlato di quattrini, concludendo la frase con “questo è quello che offriamo ai neolaureati”.
Mio cuggino, sbirciando il suo curriculum che l’intervistatore aveva tra le mani, gli ha fatto notare che lui non era esattamente un neolaureato, avendo già lavorato per qualche anno altrove.. sebbene – sulla carta – i due lavori fossero diversi, qualche esperienza in più rispetto ad un neolaureato ce l’aveva.

L’intervistatore ha ribattuto così: “Eh certo che se uno ha lavorato per anni in pizzeria, mica conta!”.

(..mio cuggino sono io, la telco/pizzeria è Vodafone e i miei colloqui pare abbiano sempre un tema sull’esperienza..)

Ah, la vita! Ah, l’Italia!

Parlare tutti i giorni o quasi con degli stranieri e spiegare come funzionano certe cose in Italia, beh, è complesso.
Ieri una fanciulla mi ha risposto “There’s always something happening in Italy!” e non parlavamo di politica, no, no, parlavamo solo di quell’immenso nonsense che è la normativa dei Beni Culturali.

(.. ah, la vita! Ah, l’Italia! ..)

Cinquanta a chi?

C’era una volta una tizia che conosco, che in un periodo di notti insonni passava un sacco di tempo in IRC a chiacchierare con i malvagi wikipediosi.
Dopo un po’ di tempo che chiacchierava (anche) con uno di questi, un certo BA, pensò bene di chiedergli privatamente quanti anni avesse. La conversazione dev’essere andata più o meno così:

F quanti anni hai?
BA uhm, umpf, ecco, 34
F ah.
BA perché?
F no, sai te ne davo una cinquantina..
BA [censura]

È che BA era talmente serio e per certi versi “posato” che la percezione al di là del monitor lo faceva sembrare molto più anziano del dovuto.

Veniamo ai giorni nostri. Sabato pomeriggio. Conferenza: “I robot sanno la matematica?”.
Una cara amica mi presenta il relatore, che è un ex socio di Wikimedia Italia.

M ma sei giovanissima!
/me pensa che come al solito le stanno dando qualche anno di meno
F non proprio, ho 34 anni
M sì, beh, da quel che leggevo nelle mail ti immaginavo come una cinquantenne legnosa!
F ..

Ok, lo ammetto, sto ancora ridendo! Ovviamente sabato sera ho telefonato a BA per mostrargli come esista, neanche troppo in fondo, una giustizia divina a questo mondo ;-)

(..eccomunque ci rimugino su per altri due motivi: 1. sono secoli che non mi immagino più com’è fatta una persona. Di solito apro Google o LinkedIn e indago! un po’ mi manca però l’immaginazione.. 2. non è proprio il massimo di immagine da dare.. ci sarà da lavorarci su!)

Partorire

No, non sono incinta. Signori lettori che spiate da dietro l’uscio, ripeto, no, non sono incinta. Questo post tratta di parti, ma di altro genere.

Di questi tempi guardo con un po’ di invidia il sig. N che spesso alla sera lavora al pc alla creazione di giochi da tavolo o murder party, ed è proprio nel pieno della fase creativa: pestocchia con piacere sui tasti (mentre io dal divano mi lagno che fa troppo rumore, di pestocchiare più piano.. forse perché sono abituata al ticchettio della tastiera del mio portatile, che è decisamente più silenziosa), poi ogni tanto mi chiede cose (che mediamente non so) e si ferma a rileggere e rimirare soddisfatto il suo lavoro.

Nella mia tudù non entra un’idea nuova partorita da me da un anno (parlo di lavoro, le cose che faccio per WMI non contano) o forse più. Dei 6 progetti che sto seguendo, non ce n’è nessuno che richieda sforzi creativi o presenti particolari problemi da risolvere: sono solo macchine mangiatempo, che richiedono sforzi di coordinazione per incastrarsi alla perfezione e un buon Gantt per seguirli tutti.

L’ultima volta che mi si è acceso il cervello è stato a luglio al WorkingCapital a Bologna, dove stare a sentire le idee degli altri, mi ha stimolato (almeno per riflesso!) un po’ di lavorio.

Nelle vacanze di Natale mi sono buttata a pesce a lavorare su un’idea altrui: per quanto in una notte insonne abbia scritto e ideato parecchie cose sul tema, che a distanza di un paio di mesi mi sembrano ancora valide (e sono sembrate valide a chi le ho raccontate, che è un altro punto fondamentale), è comunque diverso che lavorare su un’idea propria.

Lo so che le idee non mi vengono scrivendo qui (ho bisogno di guardare il mondo con distacco e disincanto o di partecipare ad un brainstorming su qualunque tema, per dare il via a una serie di pensieri laterali che possano portarmi lontano) ma voglio provare a metterci un punto, che sai mai che andando a capo qualcosa si smuova.

(.)

Notizie dall’altro mondo

Sabato pomeriggio altri tre pc sono partiti verso una nuova destinazione: una scuola. Non sapendo bene quale scuola, ci abbiamo comunque messo un paio di applicazioni carine, scopiazzate da Civvì: Tuxpaint, ktuberling e gcompris.

È stato carino il dibattito che ha preceduto la cessione: “sì, ho tre pc che posso darvi. Un fisso e due portatili, vanno bene?” “Sì, sì, va bene tutto” “Hanno su Linux” [N.d.A: Lubuntu] “Ah. Ma io.. ma Windows.. ma sì, poi vedranno a scuola”; sabato alla consegna “Ah, ma lo sai? Anche a scuola usano Linux!” :-)

Sempre sul tema delle notizie dall’altro mondo (che sarebbe non profit, volontariato, ecc. mica l’aldilà, la medium non la faccio ancora!) riporto un’offerta che ho già condiviso su FriendFeed (con buoni risultati) e su Facebook (con nessun risultato):

Se a qualcuno interessa una wonderbox per cena, pernottamento e colazione per due persone al prezzo di 50 euro (deducibili dalla dichiarazione dei redditi) batta un colpo, qui. subito. Sono state donate ad una onlus e sto cercando di “venderle”, scadono il 31 dicembre 2010!!!

Il messaggio arriva da un’amica, ma io faccio volentieri da passacarte. Se non vi interessa, condividete, che magari a qualcun altro interessa. Ce ne sono ancora circa una ventina.. La ONLUS è questa.

Freddo

Ho freddo e sono già stressatissima.
La prima settimana l’ho passata a fare il sistemista per una società per cui non lavoro, in mezzo a condizionatori che si son rotti, SAN con dischi più di là che di qua, server che si riavviavano per il caldo; informazioni a disposizione per risolvere i problemi, poche.
La seconda settimana è iniziata bene, ma ieri mi è toccato giocare all’idraulico perché c’era una perdita nell’appartamento dello zio che gocciolava in quello di mammà e gli inquilini non erano felici. Mammà angosciata che subiva le chiamate degli inquilini, lo zio angosciato che da dov’è non può farci nulla, io che mi sono perfino dimenticata le chiavi di quella casa all’interno del condominio, senza avere la chiave del portone.
Quando finalmente sono riuscita a tornare in ufficio, invece che schiacchiare un pisolino come sarebbe stato giusto, mi sono messa ad analizzare delle specifiche che mi attendevano e ho scoperto una nuova branca della fantascienza. Dopo aver atteso inutilmente delucidazioni fino alle 19 me ne sono andata a casa e le delucidazioni sono arrivate per telefono verso le 21.30. Poi sono crollata sul divano.

Oggi ho dato le informazioni del caso al programmatore (niente specifiche scritte, dopo la fantascienza), ho chiesto notizie in giro di informazioni che mi servono, ho indagato misteri astrali, ho cercato di evadere una tudù ingombrante e assillante e domattina devo partorire le mie stime.

..che non andranno bene, perché non contemplano dopodomani come data di fine lavori.