Sto lavorando a un diagramma di flusso enorme (stampato al momento misura 2 metri per poco meno di uno), non troppo complesso, ma luuungo. È appeso su una parete fuori dal mio ufficio, perché non sono riuscita a trovare una parete sufficientemente lunga altrove.
Ieri sera, armate di vari pennarelli colorati, abbiamo fatto tutte le dovute modifiche e stasera mi sono seduta in corridoio sulla mia sedia, col pc in braccio, a riportare le correzioni sul modello elettronico.
Non sono mai stata tanto intervistata in vita mia! “Ti hanno rubato la scrivania?” “Lo so che non sopporti più di avermi in ufficio” “Cosa ci fai lì?” “Puoi usare la mia scrivania se vuoi!” “Vuoi che ti faccia un tavolinetto?”
Più tv per tutti
Sto registrando due domini..
M ma poi ci trasmetti in streaming solo tv hidef?
F ovvio
M ah
F 24 ore di trasmissioni della sottoscritta che si taglia le unghie dei piedi.. in loop!
M mi saturi la banda
F la puzza richiede così tanta banda? :-D
Cena
Spesso il signor N arriva a casa prima di me e si mette a preparare la cena. Ogni tanto io tiro fuori cose dal freezer e se non arrivo per tempo a cucinarle ce le dimentichiamo in frigo finché non vanno a male.
F stasera per cena ho tirato fuori il salmone..
N Meow!
Benvenuto, Riccardo!
Marco e Laura hanno avuto un bellissimo e digitalissimo bimbo, potevo esimermi dal gridarlo al mondo?
(..chissà cosa sarà la rete, Riccardo, tra una decina d’anni quando leggerai il mio post e vedrai il “tuo” sito..)
Quanno ce vò ce vò
..che poi sarebbe quello che ho scritto sul bigliettino d’auguri al mio socio che oggi festeggia felicemente il suo 52ennale.
Ma forse è meglio se me la racconto con ordine.
Oggi 4 giugno, compleanno del socio.
Stamattina alla Feltrinelli della stazione di Porta Garibaldi gli ho preso “L’arte della guerra” di Sun Tzu perché mi sembra che possa servire per sopravvivere, anzi per cavarsela alla grande, da noi, dove il Risiko, la politica internazionale ed Echelon ci fanno un baffo (e mentre lo compravo sghignazzavo tra me e me ricordando il ragazzo che me lo ha regalato in una situazione estremamente più semplice di questa, ma si tratta di eoni fa).
Poi oggi pome un “È il momento del perché è un bravo ragazzo, vieni?” che non ho colto, salvo poi capirlo un’oretta più tardi, sghignazzando davanti al microfono della sala di doppiaggio (la mia risata e il “auguri, socio!” sono finiti nel mix) mentre registravo come 39 persone prima di me il mio personale augurio, finito mixato in un mp3 commovente (quando vogliamo siamo carinissimi!!).
Nel mezzo c’è stato un giappy con brindisi al sakè caldo (ekkekkazzo.. quanno ce vò ce vò).
Poi stasera fuga non troppo fuga verso l’ex-Dickens Inn (rifugio delle uscite universitarie) a tracannare birra coi colleghi della cricca. La prima è bionda, triplo malto o giù di lì, e ci mette un sacco ad arrivare (“perché richiede tre passi per essere preparata” mi spiega solerte il cameriere sollecitato). 9,5° di freschezza torbida, gusto pieno e un dito di schiuma che per una volta tanto non mi dispiace.
Crostini, patatine, una camionista, modi di dire sardi.. poi altri due fanciulli e il loro primo giro. La giornata si scrolla velocemente, tra una chiamata del diggì e fidanzati vari.
Poi il secondo giro e Marì dagli stivali elfici ci raggiunge; il cameriere sconvolto mi contesta una birra con almeno 3 o 4° meno del precedente (“Ma sei sicura? Mai scendere!”). Barze sconce con nomi ad hoc, patatine, cazzabubole, l’alcol che un po’ scende (o forse sale?).. anyway, si brinda alla vita da queste parti, alla giovinezza qualunque essa sia. Mia, tua, anagrafica, mentale, dei figli.. che conta? Considerazioni sui prosciutti in banca, sul Brunello (o forse era il Montalcino?), ripassi sull’alternarsi delle stagioni (“il 21 giugno.. sai? Il giorno più lungo dell’anno..!”) e un giro di macchina fotografica.
A no, dai.. quando sono brilla mi si vede il naso..
(clic!)
S hai proprio ragione.. chissà chi è quella dietro quel naso!
F Ma se non ci fosse il naso.. sai che impressione?
Schivarsi e uscire da un’inquadratura diventa una foto a due, tra le risate, poi ci sono anch’io con Peter Pan che ride sulla mia guancia e rido anch’io, guardando un profilo immobile eppur sghignazzante (ah, ma se oggi vengo con gli occhi rossi non ci sono scuse..).
Poi è la mia ora, il momento buono per andarsene quando la birra ancora permette (due e un pezzo, grazie! il socio ha equamente suddiviso la sua seconda per l’ultimo brindisi) e le probabilità di prendere un treno per Domodossola sono ancora basse. Una chiamata a casa per ridere del mio brillare come stella alcolica, scherzare sui fatti della giornata, sul mio cavaliere accorso a salvare la mia caviglia tra i pronostici generali, sulla giornata del signor N, così antipatica dal voler essere annegata in un po’ di solitudo, due toast e due bimbe pelose abbarbicate sulla libreria, coi polpastrelli rosa in bella vista.
E io?
Una volta imbarcata sul treno giusto al peggio arrivo a un lago.. ma se tutto va bene, invece, mi siedo, apro la borsa, scodello un portatile e attacco a scrivere, conscia che un po’ d’alcol non scioglie solo la lingua ma anche le dita.
(..dove scenderò? ai posteri l’ardua sentenza!)
Tiri mancini/2
Mi è arrivata una mail fantastica che mi ha aperto gli occhi.
Moratti ha cacciato Mancini..
1. ..per motivi di salute. Tre scudetti, quello degli onesti, quello senza Juve e col Milan seppellito dalle penalizzazioni, quello con la Juve e col Milan seppellito per cause naturali. E ogni volta feste, cene, brindisi, ore piccole e sigarette bruciate con gioia. Dopo l’ultimo check up, pare nella settimana di Inter-Liverpool, il dottore ha detto al presidente: «O la pianti con ‘sti scudetti o rischi la salute». Detto, fatto.
2. ..perché non si divertiva più. No, non tanto per il gioco. Quanto per il modo di vivere l’Inter. Pura nostalgia di certi pomeriggi della domenica coi motorini che volano, coi seggiolini che volano, con gli abbonamenti che volano, con gli insulti che diluviano e l’aria frizzante di tensione spalmabile. Dopo due anni passati sempre in testa alla classifica, due anni così zuccherosi da rischiare il diabete, Massimo Moratti ha detto stop.
3. ..perché non vinceva mai la Coppa dei Campioni. E allora ha chiamato Mourinho che di coppe con le orecchie ha la casa piena. Tanto che al Chelsea, ormai esausti a furia di alzare quel pesantissimo trofeo ogni santo maggio, l’han mandato via. E con quel perdente di Grant (parole e musica del senor Josè) si sono potuti rilassare con una tranquilla finale persa ai rigori.
4. ..perché odia Mourinho. E in questo il presidentissimo ha tutto il nostro appoggio. Vi pare facile arrivare all’Inter reduce da tre scudetti in fila e fare meglio? Già l’ambiente non è dei più tranquilli, suscettibile come minimo, umorale sempre, facile alle depressioni. E allora ci provasse, quel portoghese spocchioso, a far meglio di Robertino nostro. Pare che nell’ultimo confronto tra Moratti e il suo pupillo, il presidente abbia detto: «Si riposi Mancini, faccia un po’ di mare che qualche bel viaggio intorno al mondo glielo pago io. Adesso stronchiamo la carriera a questo portoghese, come abbiamo fatto con tutti gli altri da Lippi in giù, e poi ci riprendiamo. Più felici di prima».
5. ..perché non sapeva proprio come spendere il tesoretto dei 100 anni. Tanto si è parlato del famoso regalo di Massimo Moratti alla sua Inter per il centesimo compleanno. Ma diciamoci la verità: quali giocatori elettrizzanti ci sono in giro oggi come oggi? Ronaldinho, stracotto. Messi, incedibile e fragile. Cristiano Ronaldo, troppe meches. Robinho, una foca. Ronaldo, interessante ma già sotto contratto. Gerrard, un medianotto. Potremmo andare avanti, ma avrebbe poco senso. Come dite? Drogba e Lampard? No quelli arriveranno, perché in fondo al salvadanaio dei meravigliosi 100 c’era ancora qualche monetina!
6. ..perché ha perso la Coppa Italia. Nessuno lo sa, ma l’oscuro oggetto del desiderio del presidentissimo non è il triangolino tricolore e nemmeno il portaombrelli europeo. Bensì quell’elegante trofeo con la fascetta bianca, rossa e verde. Questo il vero motivo per il quale Moratti prese Mancini, che fin da giocatore con la Coppa Italia ha avuto un feeling tutto speciale. E invece nelle ultime due stagioni, nisba. La Coppa è finita nelle mani di quegli straccioni della Roma che sono anche più deboli. Solo per loro l’ultima festa, solo per loro gli ultimi coriandoli stagionali, prima di un’estate nerazzurra a rosicare. Aspettando solo che sia agosto coi preliminari delle squadre di serie C.
(..la mia preferita, ça va sans dire, è la quarta!)
18:02 – 22:07
T-biz, che diamine.
Preso per la coda perché sono entrata in stazione senza biglietto alle 17:52 e ho visto che il primo treno papabile era alle 18:02 ed era pure interessante perché ci mette solo 4 ore. Quindi mi sono scapicollata con la carta di credito in mano e arrivata al mio binario ho spostato di peso una sciura che si abbronzava davanti alla biglietteria automatica e completato la missione con pieno successo.
Carrozza 9 posto 78. Il T-biz non ferma a Firenze, non si inverte, e la carrozza 9 è quindi lontanuccia da Termini quando salgo, ma vicina vicina a Centrale quando scendo a Milano.
Pc, un po’ di rete, email di lavoro a cui non posso rispondere perché non ho voglia di configurarmi l’smtp per la schedina HDSPA di 3, una scorsa a gmailz, ma ci ho già dato dentro stamattina e ora non mi va.
Ho il sospetto di avere un cd/dvd con qualche film nel driver e invece è musica. Prendo le cuffie dalla borsa, sfilandole dalla custodia del mio fido shuffle argentato e già che ci sono lo metto in carica.
Winzozz lo apre come disco esterno e mi ritrovo a navigare nelle cartelle nascoste cliccando su nomi di file incomprensibili per il gusto della sorpresa della musica che partirà. Leggi tutto “18:02 – 22:07”
Laboratorio modelli and so on
Il lungo ponte mi ha portato il crollo fisico e la conseguente necessità di non fare nulla. A riprova che dico il vero sul mio naso campeggia un orrendo e scomodo (non fa male, prude e dà un po’ fastidio) herpes, la solita antipatica conoscenza che rispunta quando sono a pezzi.
Così il primo maggio è passato dormendo e passeggiando lentamente, il due tra una grigliata e l’emicrania con due passaggi a letto, il tre all’aperto sonnecchiando ai bordi di una piscina e aprendo la stagione balneare per poi discutere di lavoro, il quattro sonnecchiando ai bordi della stessa piscina, discutendo a lungo di lavoro, finendo di rileggere per l’ennesima volta le gesta di Elizabeth e Darcy, infilandomi nei lavori di bricolage altrui.
La verità è che quando il signor N mi ha vista oggi pomeriggio mi ha apostrofata con un “ciao, bella asticiona!” e io non ho ancora smesso di pizzicarlo con le mie chele.. però non nego che il colore dei miei avambracci è un deciso astice ben bollito :-D
..e quindi mi sono sentita in dovere di andarlo a tormentare (“aspettate che adesso vengo io a spiegarvi come si fa!”) mentre costruiva uno scaffale insieme a mio padre (che poi sono carini: due generazioni a confronto, che si studiano per competenza e tecnica, senza mai nessuno dei due disposto a mollare!).
Manager delle gatte
Il signor N ieri sera ha letto il blog e poi mi ha cercata di convincere per ore (in realtà anche stamattina molto presto, contando sul fatto che io stessi ancora dormendo) che lui necessitava di una ulteriore promozione per svolgere al meglio il suo compito.
I limiti che vede alla sua nuova posizione di direttore generale delle micie pelose e a quattro zampe di casa sono:
* le gatte quando si sdraiano hanno zero zampe perché le nascondono (oppure perché passa Jack lo Squartatore e gliele taglia!)
* le gatte quando si “arrampicano” sulla parete per inserire i ragnetti (e quindi si mettono in piedi) hanno solo due zampe
l’ovvia conclusione di tutto ciò è che vuole diventare manager di tutte le gatte.
(..io quasi quasi lo licenzio ;-) )
That’s all, folk!
A volte la vita fa dei cerchi perfetti.. finisco qui esattamente come avevo cominciato, facendo tardi in ufficio ;-)