I problemi, quelli seri

Io amo il mare.
Lui la montagna.
Cioè, io adoro la montagna. Ma d’inverno.
Lui, ovviamente, non scia.
Parliamo di vacanze.
Mi dice “Andiamo dove vuoi tu”.
Mi prestano una casa in Calabria la settimana di Ferragosto.
Non va bene, non si può scarpinare per l’Italia avanti-ndrè.
“Andiamo al mare..”
“Ma la Calabria è lontana!”
..ma la Calabria non è l’unico mare possibile..

(..lunedì parto per Taipei, poi torno, poi se avrò fortuna si ripartirà e se non avrà fortuna è possibile che torni ancora più sclerata di adesso. Sono stanca, fa caldo, ho dovuto scombinare il piano ferie, ho la gnagnera. Voglio sognare in santa pace un po’ di vacanze, quelle serie. Ovviamente le obiezioni del signor N non sono sbagliate, ma non aiutano. Ah, e dimenticavo. C’è da aspettare settembre..)

Bzzzzzzzzzzz! a tutti

10 giorni fa ho scoperto di essere allergica alla puntura delle vespe. Ovviamente l’ho scoperto nel modo migliore e più sicuro: mi ha punto la vespa e al posto della mano mi sono ritrovata con una zampa calda e pruriginosa, di dimensione “zampa”.
Che probabilità ci sono di scoprire in età adulta di essere allergici? 3%, secondo quanto ho letto in giro.
Che probabilità ci sono di farsi pungere in età adulta per due sabati di seguito? 1 Frieda su tutta la popolazione mondiale, secondo me.

(..la seconda puntura in fronte..del tipo che a distanza di 4 ore dalla puntura entrando in bagno e guardandomi allo specchio stavo per cacciare un urlo e ho dovuto toccarmi la faccia per ammettere che quella “cosa” ero proprio io..)

Lourdes

Sabato notte mi ha punto una vespa.
Non sarebbe stata un’esperienza memorabile (mi hanno punto già altre volte) se non mi ritrovassi con una mano enorme e il dito offeso inutilizzabile, nonché un prurito continuo, assolutamente insensibile alla pomata vagamente cortisonica che ci metto.

(..e sto pure prendendo gli antibiotici :-(()

Io odio lo spam

Eccheccè di nuovo? Niente.
Ma mentre nella casella di posta ormai mi sono adeguata, nei commenti del blog è una cosa che mi fa imbestialire.

(..ok, mi sono alzata bene, poi sono arrivata in ufficio e ho cambiato umore. Ho già lanciato 3 evidenziatori contro quel santo del mio dirimpettaio, che mi sopporta tutti i sacrosanti giorni..)

Blu, la mia caviglia blu..

Sarà che sabato ero entusiasta perché, a differenza di due settimane prima al mare, riuscivo a nuotare.
Sarà che domenica mi hanno fatta arrampicare su e giù per le Marmore.
Sarà che martedì sono corsa dietro a un autobus (5 metri di corsetta, ma è stato bellissimo riuscirci).
Ma ieri sera avevo la caviglia di nuovo il doppio dell’altra, la mobilità ridotta e mi sono dovuta rimettere la cavigliera.

(..tenuto conto che sono più di 3 settimane che ho tolto il gesso.. sob!)

Il difficile di chi resta

Stanotte è morta la nonna di Tiff, la mia prozia. Aveva 97 anni.
La ricordo come una donna molto bella, dallo spirito vivace, adorata dal marito e molto amata dalla sua grande famiglia.

(..e fa strano pensare che stanotte mentre lei moriva io e Tiff parlavamo della sua lunga vita e di quanto soffriva in questi giorni e di quanto la sofferenza diventi a un certo punto vana..)

Cloud

<plouf!> e mentre ero al mare un batuffolo bianco era entrato a far parte della nostra vita.
<plouf!> un piccolo cane terrorizzato da tutto che ci ha subito amato follemente.
<plouf!> la mia cagnolona che ha sempre avuto naso per i miei ometti più di me, non sopportando tutti quelli che alla fine si sono rivelati un danno..
<plouf!> in giro per concorsi sedicenti allevatori garantivano che lei, improbabile miscuglio di maremmano e bob tail, fosse uscita dai loro allevamenti.
<plouf!> la Nuvola a Capodanno che cerca di mangiarsi i fuochi artificiali che spariamo in giardino, ma che si terrorizza se sente i fuochi quelli “veri”.
<plouf!> la porto al maneggio e cerca di seguirmi tutto il tempo, finché si abitua e mi aspetta fuori dal paddock come una mamma apprensivissima, senza mai staccarmi gli occhi di dosso.
<plouf!> e la Vale urla “Ispezione delle mucose!” e la giuggiol cerca di sparire.
<plouf!> due gatti che litigano e la Nuvoli corre a salvare il nostro gatto facendo scappare l’altro.
<plouf!> e ci sono solo due cose che non sopporta: il riccio che si sdraia nella sua ciotola e Amelie che vuole giocare tutto il tempo.
<plouf!> e la Nuvola viene investita, non è grave ma è sotto shock. Poi la Vale la addormenta, la visita e la risveglia e la Nuvola la morde.. tornerà quella di prima, a parte quella coda bassa per non dimenticare e un po’ meno di intrapredenza.
<plouf!> e tutte le volte che torno a casa la giuggiola viene a cercarmi per farsi coccolare.
<plouf!> e la Nuvola stamattina non si voleva alzare, poi la mamma le ha portato le ciotole vicino e lei si è alzata a fare due passi, senza mangiare.
<plouf!> e la giuggioli ora fa la nanna nel bosco, insieme a tanti nostri mici.

Vanno
vengono
ogni tanto si fermano
[..]
Certe volte sono bianche
e corrono
e prendono la forma dell’airone
o della pecora
[..]
Vanno
vengono
per una vera
mille sono finte
e si mettono li tra noi e il cielo
per lasciarci soltanto una voglia di pioggia.
-De André, Le nuvole –

(..ciao Giuggioli!)

Critiche costruttive

È che una dovrebbe accettare le critiche costruttive per quello che sono, non mettersi a pensare al predicare bene e razzolare male né al fatto che certe critiche sono vere in certe condizioni.
Insomma, la sostanza della critica io so che è vera ma so anche che non c’è stata nessuna prova sperimentale, visto che non c’erano le condizioni.

(..ho avuto un aumento di stipendio..)

A me non mi..

..piace lavorare così.
Con delle scadenze che sono sempre per il mese scorso, con delle specifiche che non sono mai quelle definitive e mai congruenti con il db.
Non tollero mi vengano affibbiate e rinfacciate scelte “tecniche” che non ho preso io.
Mi assumo in cambio la piena responsabilità dei miei errori e, ovviamente, anche il non-tempo necessario per il testing che ho avuto a piene mani.

(..questo prescinde la sostanza di qualunque lavoro.)

Illucidità

Stamattina con la lurkatrice folle si parlava di quel momento della notte in cui il corpo ti abbandona ma la mente non vuol saperne di spegnersi e tutto appare cristallino, i pensieri scorrono veloci.

Poi arriva la mattina dopo.
La mattina del rientro.
Neanche mezz’ora e volevo già dare le dimissioni.
E voglio tutt’ora farlo.

(..chi me lo fa fare di non darle? lo stesso spirito che mi ha fatta lavorare per 3 settimane di malattia. Chiaramente un pirla ben celato dentro di me..)