Ieri pomeriggio due pazzi ci hanno condotti al Jungle Raider Park di Civenna.
Alla cassa erano tutti pronti a scegliere percorso dal nome invitante tipo Tornado o Uragano, mentre io adocchiavo il percorso bimbo (verde, basso..). Alla fine abbiamo scelto un blu e un rosso (i colori sono come per le piste da sci: verde, blu, rosso, nero in ordine di difficoltà).
Imbragati, caschettati, abbiamo seguito il briefing, abbiamo fatto la prova (che già mi lasciava perplessa) e poi siamo partiti.
Camminare su un filo sospeso tipo circo non mi crea troppi problemi, i ponti sospesi li odio, i ponti di corda sono divertenti, la carrucola proprio non la sopporto. Io lo so che da bimbi, al parchetto, quando c’era la carrucola era il massimo dei divertimento, ma insalamata e appesa a una decina di metri non mi piaceva per nulla. Non riuscivo a togliermi di dosso la sensazione di insicurezza. Guardare in basso non era troppo un problema (anche se preferivo osservare quelli che si arrampicavano sopra di me), ondeggiare perché il filo “di sostegno” era mollo invece sì.
Beh, insomma, a due terzi del percorso non ce l’ho più fatta: ho abbracciato un albero e ho invocato l’elisoccorso. Una fanciulla agilissima è arrivata con un po’ di attrezzatura e mi hanno calata giù (come nei migliori copioni volevo scendere a occhi chiusi, poi mi sono fatta forza e guardavo in alto!).
Il sig. N ha stabilito che sembravo un koala e che mi mancava solo un po’ di bambù o di eucalipto da spizzicare.. :-p
..la prossima volta (perché ci deve essere una prossima volta!) faccio il percorso bimbi.
(..anche solo a raccontarlo hanno ricominciato a sudarmi i palmi delle mani esattamente come ieri.. ci devo lavorare un po’ su!)