Post post giornata

Così.
Stasera si finisce di stirare, sperando di non trovare tutto coperto di pelazzi di gatto (stamattina la Ciccion dormiva sulle camicie del sig. N e poi per farmi notare com’era bella nera zampettava sul panno da stiro bianco immacolato).
Il sig. N ha 42 giorni di tempo, poi il mondo esploderà, è avvisato.
Io sono stanca, veramente stanca, e l’idea che a settembre ricomincerà tutto mi deprime.

(..se tutto va bene è la PMS, il che è bene perché vuol dire che non mi triturò le lasciamoperdereva’ al mare..)

Poesia incompresa

Stavo riflettendo sul senso della vita, sullo scorrere del passato verso il presente, sulla continuità degli atti quotidiani, su questo tempo (meteo!) folle che alla fine non ci scalfisce nel profondo come (forse) dovrebbe, sugli eventi rimandati che si scatenano nel momento peggiore.. nel culmine di tutta questa passione per la vita, gli elementi, rimembrando tutto quello che ho studiato finora, ho composto.

Ieri c’erano 29 gradi
e ho stirato.
Oggi ci sono 20 gradi
e stirerò.
Il mucchione della roba asciutta
ha scelto il momento sbagliato
per esplodere.

(..son cretina, lo so!)

Non date da mangiare al koala

Ieri pomeriggio due pazzi ci hanno condotti al Jungle Raider Park di Civenna.
Alla cassa erano tutti pronti a scegliere percorso dal nome invitante tipo Tornado o Uragano, mentre io adocchiavo il percorso bimbo (verde, basso..). Alla fine abbiamo scelto un blu e un rosso (i colori sono come per le piste da sci: verde, blu, rosso, nero in ordine di difficoltà).
Imbragati, caschettati, abbiamo seguito il briefing, abbiamo fatto la prova (che già mi lasciava perplessa) e poi siamo partiti.
Camminare su un filo sospeso tipo circo non mi crea troppi problemi, i ponti sospesi li odio, i ponti di corda sono divertenti, la carrucola proprio non la sopporto. Io lo so che da bimbi, al parchetto, quando c’era la carrucola era il massimo dei divertimento, ma insalamata e appesa a una decina di metri non mi piaceva per nulla. Non riuscivo a togliermi di dosso la sensazione di insicurezza. Guardare in basso non era troppo un problema (anche se preferivo osservare quelli che si arrampicavano sopra di me), ondeggiare perché il filo “di sostegno” era mollo invece sì.
Beh, insomma, a due terzi del percorso non ce l’ho più fatta: ho abbracciato un albero e ho invocato l’elisoccorso. Una fanciulla agilissima è arrivata con un po’ di attrezzatura e mi hanno calata giù (come nei migliori copioni volevo scendere a occhi chiusi, poi mi sono fatta forza e guardavo in alto!).
Il sig. N ha stabilito che sembravo un koala e che mi mancava solo un po’ di bambù o di eucalipto da spizzicare.. :-p

..la prossima volta (perché ci deve essere una prossima volta!) faccio il percorso bimbi.

(..anche solo a raccontarlo hanno ricominciato a sudarmi i palmi delle mani esattamente come ieri.. ci devo lavorare un po’ su!)

Deliri estivi

Mio figlio si chiamerà Rutto, o almeno avrà un R. nel nome di cui non conoscerà mai il significato.
Mio figlio avrà il cognome di mamma e papà, perché è più nobile.
Mio figlio da ieri sera ha un account gmail.
Mio figlio da ieri sera ha già scritto almeno due mail.
Mio figlio non è ancora nato e non è stato nemmeno concepito.

(..dite che faccio una segnalazione all’abuse di gmail o mando al fresco i due che si sono inventati mio figlio, il suo nome e le sue manifestazioni?)

Planet

Rendersi conto che in questa stagione parlare di viaggi mi fa male, rende i pomeriggi lunghi e il lavoro difficile. Mannaggia ad Auro!

Ti sei riadattata a Milano?

Quando uno si sente fare la stessa domanda (o domande simili, insomma) nell’arco di un periodo troppo breve, forse è il caso di rifletterci un attimo.
A Roma lavoravo in centro (prima in corso Vittorio e poi in piazza Esedra), a Milano lavoro in centro (piazza Cadorna).
A Roma vivevo in centro o quasi (sotto l’ingresso dei musei Vaticani), a Milano faccio la pendolare.
A Roma uscivo dall’ufficio e inforcavo la metro per andare a fare la spesa vicino casa o mi dilungavo a fare due passi e guardare i negozi (via Cola di Rienzo, via Candia); a Milano salgo in macchina e mi tuffo nel traffico in direzione casa o inforco la bici, corro in stazione, salto su un treno e al massimo vado a fare la spesa (supermercato scrauso vicino casa o centro commerciale se ho voglia di prendere la macchina).
A Milano vado in giro in bici e ho un parco a due minuti dall’ufficio dove pranzare tranquillamente, a Roma piazza Esedra era soffocante (traffico, rumori e niente verde).
A Roma c’è il ponentino.
Il mare (non un gran mare, ma comunque..) non è distante da Roma; vicino a me ci sono un po’ di laghi (Segrino, Lario) e i miei hanno la piscina in giardino.
A Roma avevo un terrazzo enorme, qui ho un terrazzino microscopico e pur avendo più che dimezzato i vasi che avevo, non mi ci giro.
A Roma sono nate tante belle cose (il sig. N, Tigro, WMF, Tiff&Tess..), a Milano ne sono nate tante ma finite altrettante.

Grrr

..che poi io non ne ho nessuna voglia né di occuparmene né di dir di sì per mancanza di alternative, però mi irrita l’abulia nel non prendere una decisione che ti spetta o comunque ti tocca.
Io se mi impegno un po’ capisco tutto quanto, ma non la tragedia insita nell’essersene dimenticato, la tragedia del regalo a tutti i costi ecc. Se è una festa che si festeggi, se dev’essere una tragedia.. quasi quasi mi ammalo.

(..e d’altra parte, siccome mi ha chiesto di consultare mia madre, mi toccano anche gli sfottò dei miei..)