Il sig. N

Il sig. N la sera quando si pianta sul divano e accende il computer una delle cose che fa è aprire twitter (il sito) e andarsi a leggere quello che ho cinguettato dall’ultima volta che lui ha letto.

L’ho scoperto l’altra sera per caso.

Il sig. N ieri sera si è fatto trovare dietro la porta di casa con un enorme mazzo di fiori. Per me. Incurante che la sua gatta (The Ciccion) li mangerà tutti impunemente.

Nelle notti fredde il sig. N fa la differenza :-)

Freddo

Ho freddo e sono già stressatissima.
La prima settimana l’ho passata a fare il sistemista per una società per cui non lavoro, in mezzo a condizionatori che si son rotti, SAN con dischi più di là che di qua, server che si riavviavano per il caldo; informazioni a disposizione per risolvere i problemi, poche.
La seconda settimana è iniziata bene, ma ieri mi è toccato giocare all’idraulico perché c’era una perdita nell’appartamento dello zio che gocciolava in quello di mammà e gli inquilini non erano felici. Mammà angosciata che subiva le chiamate degli inquilini, lo zio angosciato che da dov’è non può farci nulla, io che mi sono perfino dimenticata le chiavi di quella casa all’interno del condominio, senza avere la chiave del portone.
Quando finalmente sono riuscita a tornare in ufficio, invece che schiacchiare un pisolino come sarebbe stato giusto, mi sono messa ad analizzare delle specifiche che mi attendevano e ho scoperto una nuova branca della fantascienza. Dopo aver atteso inutilmente delucidazioni fino alle 19 me ne sono andata a casa e le delucidazioni sono arrivate per telefono verso le 21.30. Poi sono crollata sul divano.

Oggi ho dato le informazioni del caso al programmatore (niente specifiche scritte, dopo la fantascienza), ho chiesto notizie in giro di informazioni che mi servono, ho indagato misteri astrali, ho cercato di evadere una tudù ingombrante e assillante e domattina devo partorire le mie stime.

..che non andranno bene, perché non contemplano dopodomani come data di fine lavori.

La notte ha cambiato rumore

Al mio rientro dalle ferie sulla pila della posta non letta campeggiava un libro “La notte ha cambiato rumore”. Breve scambio di mail con chi si è occupato di raccogliere e smistare la posta in mia assenza, e scopro che è un gentile omaggio di Mondadori.

La copertina è azzurra, il libro ha un discreto peso.. l’ho osservato qualche giorno per decidere se iniziare a leggerlo o se partire con uno degli n libri che occupavano il mio bagaglio a mano al rientro. Quando ho iniziato, non ho praticamente più smesso.

La storia non è come te la immagini. Io avrei letto felice anche solo continuando con cose di sartoria e pettegolezzi del vicino, invece arrivano personaggi nuovi, si ricambia continente e tutte le fila si chiudono. Quasi.

La fine finisce solo a metà: per qualcuno si chiude, per gli altri ci sono tanti finali possibili.. l’unico momento in cui ho odiato la Dueñas “dammi un finale, ne ho bisogno! se no su cosa continuo a fantasticare?”.

Finito il libro ho iniziato a curiosare in rete per sapere, capire, frugare nelle pieghe.. e qualcosa ho scoperto:

  1. in Spagna ne stanno traendo una versione televisiva (non ho capito se un film o uno sceneggiato)
  2. c’è un blog dedicato alla versione spagnola con un po’ di informazioni di contorno
  3. i personaggi storici non hanno una voce su Wikipedia in italiano o ce l’hanno fatta maluccio (ad eccezione del cognatissimo): Rosalinda Powell Fox, Juan Luis Beigbeder, Ramón Serrano Súñer, Alan Hillgarth

Come andare in bicicletta

15 con e poi 12 senza.
15 anni passati in sella, con ogni impegno pianificato per avere tutti i giorni il tempo per andare a cavallo, con i weekend sempre presi in giro per gare.
Poi un giorno è finita. Khattam-shud, finita del tutto.

Sabato, per la prima volta dopo 12 anni, ho rimesso il sedere su una sella e anche se non era tutto perfetto come prima, è stato come risalire in bici e scoprire di non averlo dimenticato.
Il fisico non c’è, ma i riflessi e le abitudini tutti.

Ce l’ho, manca, ce l’ho..

Sabato si parte e a me sta montando la domanda esistenziale “Cosa mi sto dimenticando?”.

  • passaporto
  • valuta straniera
  • carte di credito, bancomat
  • patente internazionale
  • voucher, biglietti, ecc.
  • assicurazione sanitaria
  • piano di viaggio

Per il checkin online tocca attendere domani.. che altro?

Cavigliosi

Ieri sera alle 21.30 passate, al rientro da una giornata di lavoro, mentre mi mettevo i calzoncini nella speranza a) di dimenticare la giornata lavorativa e b) di rinfrescarmi un po’, mi è cascato l’occhio sulle mie caviglie.
Erano talmente gonfie che le ho accuratamente tastate mentre mi cercavo di ricordare se avevo preso delle storte poi prontamente dimenticate: l’ultima volta che ho avuto una caviglia di quelle dimensioni, è stato quando me la sono rotta.

(..per fortuna che siamo a -3 alla partenza..)

La pantera e la madama

Stamattina in piazzale Cadorna:

F ma guarda, quell’auto della polizia ha disegnata dietro una pantera!
S e certo, perché pensavi che si chiamasse pantera?
F uhm.. perché lo dice il Cerutti Gino?
(..)
F e la madama cosa c’ha disegnato dietro?

(..ma che rogna nera quella sera/qualcuno vede e chiama/veloce arriva la pantera/e lo vede la madama..)

Mal di piedi

Quando era piccola mia sorella tendeva a schivare i lavoretti che le toccavano e crescendo ha iniziato a usare le scuse più improbabili, finché non ha trovato la scusa standard volutamente falsissima che è: “mi fa male un piede, non lo posso fare”.

Ecco io a metà di un lavoretto scemo mi sono accorta che sto ravanando dentro un vaso di Pandora e ho annunciato al mondo “mi fa male un piede, non posso più lavorare”, poi tra lo sgomento generale sono andata a bermi un caffè.

(..il giorno che un membro della famiglia si farà – malauguratamente – male ad un piede sul serio, avrà grosse difficoltà a convincere gli altri della sua sofferenza!)

Sketch: le “i” di Apple secondo mammà

Mammà ha voluto l’iPhone dopo averlo visto in mano ai colleghi. Ci ha messo mesi a convincersi a spacchettarlo e usarlo, ma adesso è un felice utente.

Stamattina in macchina con me e il babbo chiedeva:

M Cos’è l’iPad?
S una cagata per ascoltare la musica..
M ma no, non l’iPod, l’iPad!
S ah, allora non lo so.

Io ero piegata in due dalle risate: mammà, tecnoniubba, che distingue iPhone, iPod e iPad e bacchetta il papà era fenomenale!
Poi le ho spiegato cos’era l’iPad e lei mi ha detto che è bellissimo.

(..non siamo ancora riusciti a svelare il mistero di dove abbia visto un iPad, ma lei sorride sorniona e non confessa!)