Ieri rientrando a casa faceva caldo e passando davanti alla gelateria nei dintorni ho pensato di offrirmi una sana granita di vero limone. La macchina era rotta, però c’erano i ghiaccioli “veri”: melone o mandorla. Mandorla non mi ispirava troppo e così ho scelto il melone.
Frullato di melone ghiacciato. Il primo morso per rinfrescare, il secondo per ricordare.
Secoli fa, San Nicola Arcella. Io al mare con la nonna. Notte, caldo, molto caldo.
Secondo me eravamo già andate a letto e ci eravamo svegliate per il caldo e ci siamo trovate in cucina. A bere un bicchiere d’acqua o di karkadè (te o karkadè erano sempre aromatizzati con la menta che cresceva nell’aiuola dell’agave e io mi ci pungevo sempre andando a stendere, ma questa è un’altra storia).
“Che ne dici, ci mangiamo un po’ di granita di melone?” chissà poi perché l’avevamo fatta, non me lo ricordo proprio. Troppi meloni in giro per casa? Un melone troppo maturo per essere mangiato con calma? Mah. Fatto sta che l’avevamo frullato e surgelato in una vaschetta e quella notte armate di cucchiai ci siamo messe a mangiarne un po’.
Fresco, gelido. Saporitissimo. Con il sapore che certe cose hanno solo nel cuore della notte.
(..difficile non collegare l’estate alla nonna, soprattutto agosto..)
Ciascuno di noi ha le sue madeleinettes. E sono preziosissime. :-) Un bacio stelin
Baci a te Mitì, è un onore vederti qui :-)