Il pratone fiorito di viola di settimana scorsa non c’era più: l’hanno falciato e stava seccando prima di essere imballato e conservato come fieno, ma i prati tagliati sono già ricresciuti.
E io faccio il capobanda, perché ho la scusa, e un po’ mi lancio e un po’ li aspetto. Finché non scopro che se anche mi lancio, prima o poi arrivano.. e i prati invitano a lanciarsi in un galoppo a perdifiato.
Ed è la sera giusta perché non fa troppo caldo, non ci sono troppi insetti e io e il mio destriero siamo proprio in sintonia.
Scendiamo in una valletta e due belle lepri ci scappano davanti e un pensiero passa tra le orecchie del mio cavallo “le inseguiamo?”, ma poi cediamo all’impulso e riposiamo un attimo, ché un’altra corsa in salita ci attende e prima di passare il crinale un altro pensiero “che c’è dietro? quasi quasi mi fermo..” e invece arriviamo in cima e un poco oltre, prima di aspettare gli altri, perché un po’ più avanti è sempre meglio.
Un attimo di fresco con le zampe a mollo nel Tidoncello e poi la fuga finale. Lentamente passiamo accanto all’albero, prima che qualcuno salti giù dal dislivello senza vederlo e poi corriamo verso casa: veloci, testa a testa con chi ci affianca, per poi lasciarlo indietro, saltando quel che non ci aspettiamo per la strada (i solchi del trattore, il rigagnolo d’acqua..), provando ad aspettare gli ultimi due e poi decidere che non importa, ci troviamo in fondo.
(..che bella questa sintonia, mi mancava da una vita.. grazie. bello. bello. grazie. Ancora?)
Si si si e ancora sì, liberando il cuore tra il verde e l’azzurro in quel patchwork meraviglioso di campi arati e prati fioriti.
Si stava così bene che sarebbe un peccato non ripeterlo.. all’infinito.
Mamma mia che bello… È una vita che non esco in passeggiata :-(
Lì non c’è spazio per nient’altro (almeno al momento) :-)