Sabato pomeriggio sono andata a Milano “a sorpresa” in treno. Non tanto la sorpresa di andare a Milano che era una gita pianificata, quanto l’andarci in treno perché pensavo di scroccare un passaggio al sig. N, ma alla fine i nostri orari non coincidevano e io mi sono organizzata altrimenti.
Esco di casa in comodo anticipo per prendere il treno delle 16.34 e procurarmi un biglietto. Non sapendo se la biglietteria è aperta o meno, cerco un biglietto in tutti i bar e le edicole tra casa mia e la stazione (400m), che sono poi le rivendite “storiche” di biglietti FS. Così storiche che adesso non li vendono più.
Arrivo in stazione e la biglietteria è chiusa (distributori automatici manco a parlarne) e inizio a cercare disperatamente le info sulle rivendite autorizzate, che trovo in bacheca sparse in mezzo a tonnellate di altre informazioni.
La prima rivendita si trova vicino a casa mia, in direzione quasi opposta a quella percorsa per venire fin qui; la seconda si trova dall’altra parte della ferrovia, in piena periferia, su una strada lunghissima e senza alcuna indicazione del civico a cui mi dovrei recare. Fine delle rivendite. Nessuna è nel raggio di 5 minuti a piedi dalla stazione.
Morale: io avrei tanto voluto pagare il mio biglietto, ma mi sono trovata in seria difficoltà. Signor FS, una strategia commerciale un attimino più mirata al territorio la vogliamo fare o no?