Vorrei alzarmi una mattina e scoprire che è un giorno normale.
Di quelli che scorrono a una velocità media, mediamente noiosi, in cui le preoccupazioni principali sono decidere se fare la spesa tornando a casa o meno, decidere cosa cucinare per cena.
Ieri pomeriggio ho passato 4 ore cronometrate a urlare e incazzarmi perché se c’è qualcosa nella vita che odio è lavorare col culo. Faccio miliardi di errori tutti i giorni poi li correggo e me ne scuso e questo è normale per me e per il resto del mondo. Non avere le condizioni per lavorare e doversi arrabattare non è né il mio lavoro né il modo di lavorare.
3 mesi fa ho fatto presente al mio capo che avevamo bisogno di poter replicare lo stesso ambiente in cui lavora il mio cliente, altrimenti non ero in grado di testare e verificare alcune condizioni. Ieri, quando mi sarebbe servito questo ambiente, ovviamente non c’era. L’unico posto dove crearlo era il mio portatile che, poverino, non è nato come macchina da sviluppo e non aveva minimamente lo spazio (mica altro..) per mettercelo.
Morale? I colleghi di Milano mi hanno sopportata sbraitante per 4 ore e alla fine esasperati mi hanno fatto posto sul loro server di produzione.
Io sono tornata a casa tardi, stravolta, senza essere riuscita ad andare in piscina, con un mal di testa devastante e l’impellente necessità di cambiare lavoro (leit motiv da tre mesi a questa parte).
(..a me certe cose non succedono mai..)
a quanto le “storie della sala macchine” firmate Fri? :-P
Mi ci manca giusto quello.. :-p
Vorrei alzarmi una mattina e scoprire che è un giorno normale.
Di quelli che scorrono a una velocità media, mediamente noiosi, in cui le preoccupazioni principali sono decidere se fare la spesa tornando a casa o meno, decidere cosa cucinare per cena.,,,
Sottoscrivo in pieno, la vita “normale” ormai la vedo solo nei film!!!!
Solidarietà da Roma.
No dico e ti avrei pure ovuto chiamare mentre ero a Milano?!
Manco morto!
Hehehe..
:-P