Ho bisogno di un viaggio, di una partenza, di una nuova meta.
Non importa se vivo con la valigia in mano e se adesso lo faccio anche per lavoro.
Forse è il fatto di essere partita e traslocata e di essermi ritrovata al punto di partenza.
Forse sono i discorsi di ieri sera, seduta a un tavolino vecchio il dietro ufficio mangiando un’insalata con l’inauguratore e rimettendo a posto il mondo. I discorsi di valutazione in cui volevo essere smentita e invece lui mi appoggia e io.. ecco, io mi preoccupo. Mi sembra che ci siano due anni di lavoro in bilico e se è bastato così poco a metterli in forse, beh.
E poi senza rete c’è il tempo di pensare alle nuove cose e ai mesi di studio che ci ho messo senza aver ancora capito da che parte cominciare e in che modo aiutare e ogni tanto ho qualche dubbio che la mia presenza sia necessaria o anche solo sufficiente.
La lavatrice forse è rotta, la casa forse è ancora da sistemare, domani forse c’è sciopero, sabato forse arriva Fastcosa.
(..l’unica certezza è che tra 55 minuti me ne vado..)