Marta io ti ricordo così

Alla fine ci siamo. L’ultimo taboo è caduto oggi pome, quando anche in ufficio si sono ricordati che insomma io sabato mattina smammo e che quindi forse tocca organizzarci.
Sono a casa da sola, Tigro non è di chiacchiere stasera, dopo essere scappato dal vicino per un’oretta ora è di là a riposarsi delle sue bravate.
Tiff sta facendo lezione e poi esce con un amico. La tv è di sottofondo mentre giro per casa, tanto per avere un po’ di rumore.
Ho scritto questo post in testa da mesi, ma continuo a cancellarlo e riscriverlo.
Come posso raccontare l’ultima volta di tutto? Non posso.
Allora racconto le prime.. la prima volta che la fontana di Trevi è arrossita e io non c’ero a guardarla, l’uomo ragno che distribuiva Metro in via Nazionale, l’inverno in anticipo di una settimana rispetto all’anno scorso, le asce che si sotterrano senza mai essere state dissotterrate, i colleghi che non ci sono che lo scoprono ora e mi dicono cose che non sospettavo, i colleghi che ci sono che tengono il conto insieme a me, il signor N così lontano, l’ignoto che non è ignoto davanti, la voglia di non finire che non so come non litiga con la voglia di iniziare, questo vago gattopardesco nell’aria.. e alla fine rido. Nel silenzio del soggiorno, nell’imbrunire del terrazzo.
Alla fine è sempre la stessa cosa: l’ennesimo labirinto che salta. Una persecuzione, quella dei labirinti, che coltiviamo con gioia e godimento reciproci (altro che il Sudoku!).
Verso un po’ di Recioto nel bicchiere.. alla mia!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *