Tra le idee sparse di viaggio ci sono gli americani che ti presentano la famiglia mentre aspetti la perquisa, l’odio per l’aeroporto di Chicago che è enorme e senza un tubo di informazioni e che mi ha fatto correre come una dannata mentre il mio secondo volo era in ritardo e non lo sapevo, il doganiere che si è messo a ridere perché ho dichiarato che importavo cibo e si trattava di “Cookies” (eccerto, circa un kg di tipi sparsi per gli scambi culturali con i colleghi), il panino di McDonald che è finito nel cestino dopo 2 morsi (era inquietante quanto grasso colasse), l’attesa infinita del bagaglio a Tampa (che ovviamente non è arrivato, ma stavolta ero un po’ più preparata di Taipei..), il SuperShuttle (la cagata galattica che mi ha fatto stare in giro per più di un’ora per un tragitto che a occhio richiede 15 min), una masnada di americani chiacchieroni che una volta scoperto che no, non sono twenty e no, il college l’ho già finito da un po’ si stupiscono perché non ho figli (“Just a cat”, tiè!) e non sono sposata (CTM non si usa da queste parti..), il bagno bollente alle 3 di mattina, la sveglia che bippa, il primo american breakfast (brr..) e il colpo perché non trovavo più la borsa (nascosta sotto le lenzuola) e già mi chiedevo come bloccare carta di credito e (soprattutto) fare senza passaporto (che tanto è nella borsa del pc, ma non ero lucida abbastanza per ricordarmelo).
Sono le 12 e qui già si lavora da ore..