Sabato sera hai detto ai miei che sei dove sei perché io non ci sono.
Non farlo mai più.
Sei lì perché un plebiscito popolare l’ha chiesto.
Non sminuire il tuo ruolo, non agganciarlo al mio, non pensare alle mie rinunce.
Noi siamo un tandem che a volte sfiora la perfezione, sono giorni che urliamo la nostra diversità, io ti ho prenotato per la prossima vita. Abbiamo ruoli e compiti diversi, abbiamo modi fare e skill diversi.
Ogni fottuta etichetta che hai te la sei conquistata indipendentemente dalle scelte della sottoscritta.
(..e te lo dico pubblicamente e duramente, così avrai modo di arrossire davanti allo schermo e gestirti l’imbarazzo. A meno che tu non decida di darmi retta e fregartene amabilmente lasciando l’imbarazzo agli altri. Ti voglio bene, nella vita attuale :-))
Che siamo un buon tandem lo penso anch’io.
Che un plebiscito wikimediano mi abbia messo a capo di questa squadra brancaleonesca e divertente, ma non per questo meno efficace, è cosa che mi onora.
Che ci sia confusione su quali siano i nostri ruoli e su come debbano essere etichettati, è parte di quella “schiuma” che sparirà col tempo.
Tu sei stata infastidita dal fatto che non mi abbiano presentato come “presidente di Wikimedia Italia” (mi pare che venerdì sia stato detto, ma non c’eri). A me importa relativamente poco. So di esserlo, e so di essere la persona da cui dovranno passare molte scelte.
In questo senso, è stata molto divertente venerdì la scena della giornalista di “Avvenire”, che immediatamente mi ha chiesto di te. Quando le ho risposto che saresti arrivata l’indomani la conversazione si è conclusa. Poco male. La giornalista è lei…
;o)