Ho due premesse: la prima è che tutta colpa di Luca, anzi del suo frigo :-p, la seconda è che essere donna è un casino e la terza è che forse per la seconda preferisco gli uomini.
Non sono stata al FemCamp e mi è spiaciuto.. non so cosa mi aspettavo, ma in linea di massima mi aspettavo che non mi piacesse. Lo so che è strano ma parlare di “donne” in generale mi suscita due reazioni opposte o di uguale intensità: mi trasformo in una femminista o in una maschilista.
In ufficio discuto spesso e volentieri col mio dirimpettaio che ha delle idee medievali su donne-lavoro-maternità-famiglia e riesce a farmi sembrare una femminista accanita (cosa che non penso invece di essere); se mi trovo immersa in conversazioni sulle donne, sulla discriminazione, sulla parità dei sessi, ecc. rischio di pendere dall’altra parte.
A parte la premessa sopra, ho poche certezze sulle donne: sono discriminate sul lavoro (e questa è una delle cose che mi ha più lasciato a bocca aperta.. come le cose che leggi e in fondo sai che ci sono ma non ci credi. Poi le vedi ed è una doccia fredda..), sono poche dove servirebbero (concedetemelo.. nascere donna e andare alla presentazione di Windows95 è una sottile ironia: il multitasking è donna, c’è poco da discutere..), e qui mi fermo.
“Quote rosa” è un termine che mi fa venire l’orticaria.. le trovo una non-soluzione di comodo a un problema.
..quel che penso, in fondo, è che ci sia poco da parlare, e tanto (come al solito) da fare. Poi ogni tanto fermarsi e lasciare che i fatti parlino.
(..la faccio facile, lo so..)