Some day I wish upon a star

Tra i draft del blog ho un post che si intitola “i post che vorrei” e raccoglie post che scrivo ma che per qualche strana ragione (solitamente) contingente decido di non pubblicare, ma che nemmeno mi decido a buttare.

Ce n’è uno di 3 mesi fa (la data l’ho recuperata perché nel testo faccio riferimento a una cosa che ho bloggato) che letto oggi mi dice perché ho deciso di venire a Roma.

Ho smesso di leggere (e non è un buon segno) in compenso scrivo tantissimo, almeno il doppio di quello che poi pubblico qui. Il resto lo casso, lo aggiorno, lo tengo solo per meditare. Ma scrivere va bene, è terapeutico. Lo è sempre stato (sono letteralmente infestata da vent’anni di terapia cartacea).

Ascolto sempre le stesse canzoni (preferibilmente “Somewhere over the rainbow” nella versione di Israel Kamakawiwo’ole, giusto mix tra dolce e ritmato).
Lascio che le cose si accumulino nella mia casella di posta, nella pagina di discussione, tra gli sms sul cellulare. Rispondo “dopo lo faccio” e questo dopo non viene mai.
Se andassi a dormire mi sveglierei l’anno prossimo.. e di un umore peggiore.
Cosa penso di fare?
1. annegarmi nelle solite 42 vasche
2. pretendere da me di più. Conosco un solo modo per uscire dalla perenne stanchezza.. sfracellarmi di cose in modo da essere *più* stanca
3. ripristinare sorriso e armatura

(e il blog? posso scrivere con nonchalance che sono in treno, il sole addosso e a me viene da piangere senza sapere nemmeno il perché o devo preoccuparmi di non far preoccupare chi legge? – ovviamente mi rifiuto di piangere senza un motivo: non è per niente terapeutico e lascia frustratissimi. Ma il blog lo scrivo per me o per chi mi legge? mah.
Ah, dopo il brillante scambio telefonico con mia madre sul mio fidanzato, pare che sia stato identificato nel micio! Solo perché sono sono stata beccata a salutarlo con un “Ciao amore!”.. che sarà mai!
E comunque è devastante avere un blog ed essere grafomani.. se non fosse che mi manca la sensazione della carta sotto le dita.. una bella carta spessa, a quadretti da 0.5 o anche da 1 cm.. e la penna giusta tra le dita, di quelle che scivolano veloci sulla carta, nera o colorata, un po’ spessa.. mmmhm, sarei molto peggio!)

2 risposte a “Some day I wish upon a star”

  1. Fortunatamente no.
    Ma mia madre concepisce solo due stati nell’esistenza delle sue figlie:
    stato 1: fidanzate con tizio noto, di cui si può sparlare (perché noto)
    stato 2: ufficialmente single ma in realtà fidanzate con tizio di cui non si vuol rendere nota l’esistenza, così la mamma si diverte a indovinare chi è..

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