A guardarlo adesso non sembra vero che sia lo stesso cielo

Sabato mattina pigro e indolente col primo occhio che si spalanca alle 10 passate e il neurone inizia a sbattere impazzito “Oddio è sabato e ora che faccio tutto il giorno?”
Niente panico.
1. la doccia
2. sfogliare la Lonely Planet e vedere se c’è qualcosa che mi attira

– zum-pà-pà-pà-zum –

Con uno straccio di programma in testa sono andata dal giornalaio, ho preso il bus, sono scesa a Termini e sono andata in cerca dell’APT centrale che era puntualmente chiusa.
Sali, scendi, attraversa col rosso, passa sulle strisce senza guardare altrimenti non passerai mai, sbircia i negozi, scansa l’impalcatura.. et voilat, signori, i tetti di Roma visti da Trinità dei Monti.
Sosta sul muretto a imprimermi le foto che non farò, telefonata a mammà se no si offende che non mi faccio mai sentire (“ma perché non sei tornata a casa questo weekend?” perché ci vivo a Roma mamma, non sono solo in trasferta) e riparto seguendo il verde, piombando dentro il Pincio e Villanonsochè.
Poi la calata verso piazza del Popolo, via del Corso, la pappa, il Pantheon, piazza Navona.. il mio solito giro per tornare verso casa, insomma.

(..e non aveva ancora 15 anni – zum-pà-pà-pà-zum – io le chiesi “amor?” lei mi rispose “sì”, tradito fui proprio da quella lì! – zum-pà-pà-pà-zum!)

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