Veramente stavo andando da Feltrinelli, per spaparanzarmi sul comodo divanetto, leggere un libro in santa pace ed evadere qui dal loculo, che mi fa tristezza quasi anche dormirci.
Poi hanno iniziato a cadere le prime gocce e arrivata a metà strada pioveva mica male.
Largo di Torre Argentina era vuoto, spariti gatti, turisti, romani.. manco i venditori di ombrelli erano in giro. L’improvvisa assenza di persone, la pioggia insistente che mi faceva ridacchiare pensando a uno
Un angolo asciutto per consultare la cartina, un’occhiata al cielo e poi il passo svelto per arrivare prima che sia finita.
Sull’angolo mi travolge uno scroscio sghembo, la gamba destra è completamente fradicia, e allora? Non è quello che volevo?
Via del corso è un delirio, persino il vigile si è nascosto dentro una vetrina per evitare l’acqua.
Ombrelli che gocciolano, pozzanghere, K-way, cappucci improvvisati con sacchetti, goccioloni che cadono dai cornicioni, vetrine e portoni e antri vari intasati di gente, venditori di ombrelli che tentano insistemente di vendermene uno (e un pensiero costante di sottofondo “al prossimo rispondo: no, grazie. Ho smesso!”), le vie fintamente vuote, i sampietrini lucidi. Quale sarà la strada? Boh! Un po’ a naso, un po’ consultando rapidamente un’altra volta la cartina, un po’ perché ormai la zona è quella, ci sto arrivando.
Ho rinunciato da un po’ a provare a camminare rasente i muri, c’era troppa folla, troppi goccioloni, troppo.. compromesso. Ho deciso di bagnarmi e mi bagno, in mezzo alla via pedonale, scansando ancora e ancora i venditori di ombrelli (ma quanti sono? uno per ogni goccia di pioggia?)
Ed eccola. Lì.
Per una volta sembra che incuta timore.. non c’è nessuno nell’arco di almeno 5 metri. Tutti assiepati al riparo dai cornicioni.
Mi fermo al centro, di fronte. Ferma a sentire e guardare e gustare.
3 minuti di Fontana di Trevi, sotto un cielo gocciolante ma non ancora quanto vorrei, all’inizio di giugno.
Colgo un movimento con la coda dell’occhio, poi un altro. Pare che qualcuno abbia dato il via, decidendo che non piove più e i turisti riprendono ad assieparsi.
Mi appoggio a un muro e guardo incantata la fiumana che riprende a scorrere, poi mando un sms e riparto tra le pozzanghere e i sampietrini che riflettono un raggio di sole.