Gabriel Garcìa Màrquez
Memoria delle mie puttane tristi
Mondadori
ISBN 8804557893
Genere: Sostiene Pereira
Perché sì perché la quarta di copertina portava uno spezzone di un pensiero deliziosamente maschile che mi ha incuriosita (il piacere inverosimile di contemplare il corpo di una donna addormentata senza le urgenze del desiderio o gli intralci del pudore)
Perché no: perché verso la fine ci si trova un po’ arrotolati nell’irrealtà della gelosia, ma del resto di gelosia si tratta
Stato: da trovargli un angolo in libreria
La casa rinasceva dalle sue ceneri e io navigavo nell’amore di Delgadina con un’intensità e una gioia che non avevo mai conosciuto nella mia vita precedente. Grazie a lei affrontai per la prima volta il mio essere naturale mentre trascorrevano i miei novant’anni. Scoprii che l’ossessione che ogni cosa fosse al suo posto, ogni faccenda a suo tempo, ogni parola nel suo stile, non era il premio meritato di una mente in ordine, ma tutto il contrario, un intero sistema di simulazione inventato da me per nascondere il disordine della mia natura. Scoprii di non essere disciplinato per virtù, ma per reazione alla mia negligenza; di sembrare generoso per nascondere la mia meschinità, di passare per prudente solo perché sono malpensante, di essere arrendevole per non soccombere alle mie collere represse, di essere puntuale solo perché non si sappia quanto poco mi importa del tempo altrui. Scoprii, insomma, che l’amore non è uno stato dell’anima ma un segno dello zodiaco.
Divenni un altro. Cercai di rileggere i classici che mi avevano guidato nell’adolescenza, e non ci riuscii. Mi immersi nella letteratura romantica che avevo respinto quando mia madre aveva voluto impormela con mano pesante, e lì presi coscienza che la forza invincibile che ha spinto il mondo non sono gli amori felici bensì quelli contrastati. Quando i miei gusti musicali entrarono in crisi mi immersi nella letteratura romantica che avevo respinto quando mia madre aveva voluto impormela con mano pesante, e lì presi coscienza che la forza invincibile che ha spinto il mondo non sono gli amori felici bensì quelli contrastati. Quando i miei gusti musicali entrarono in crisi mi scoprii arretrato e vecchio, e aprii il mio cuore alle delizie del caso.
Mi domando come abbia potuto soccombere a questa vertigine perpetua che io stesso provocavo e temevo. Fluttuavo fra nuvole erratiche e parlavo con me stesso davanti allo specchio nella vana illusione di accertare chi ero. Erano tali i miei vaneggiamenti, che in una manifestazione studentesca con pietre e bottiglie, dovetti fare di necessità virtù per non mettermi alla testa con una scritta che consacrasse la mia verità: Sono pazzo d’amore.