Letto: Mario, il veterinario della vecchia Milano

Mario Cervia
Mario, il veterinario della vecchia Milano
Baldini & Castoldi
ISBN 8880897683
Genere: James Herriot
Perché sì: perché i racconti di un veterinario sugli animali e sui proprietari sono sempre interessanti
Perché no: lo stile è molto scarno
Stato: da rimettere nella libreria della sorella ;-)

Introduzione
Certamente sono tanti coloro che sentono il desiderio di raccontare di sé, di raccontare la propria vita: avventure, esperienze, gioie e dolori di cui si vuole far partecipi gli altri.
Quando io ero ragazzo, tanti anni fa, i vecchi parlavano di loro, e noi ragazzi stavamo ad ascoltarli con entusiasmo, li esortavamo a dire e, attraverso quei racconti, vivevamo le loro esperienze, la loro vita. Era piacevole, trasferirsi in un passato che la fantsia rendeva ora bello e felice, ora triste, comunque sempre affascinante. Fatti, persone, cose irripetivili, ritornavano vive e attuali.
La guerra, la prima grande guerra, raccontata dall’umile contadino che l’aveva vissuta nelle trincee era tutt’altra cosa rispetto a quella che noi studiavamo sui libri.

Quel fango, quel sibilare di pallottole, quella orribile paura della morte, il freddo, la fame, la terribile nostalgia di casa divenivano reali, palpabili, vivi. La gloria di un assalto alle trincee nemiche diventava quella che in realtà era una ricerca disperata di non essere uccisi, di non uccidere! Le avventure dell’emigrante, descritte con dovizia di particolari, entusiasmavano la nostra fantasia di ragazzi. La valigia di cartone, legata con lo spago, piena di tante povere cose, la nave sporca, lentissima nel suo navigare, la tempesta in mare, il poco cibo, il nuovo mondo ostile, le prime esperienze di lavoro, le umiliazioni, la fatica, i primi guadagni, i primi soldi mandati a casa, alla povera casa lasciata in patria, e poi il successo o l’insuccesso, il ritorno con la nostalgia, ora, della patria d’adozione.
Era la parola, a quei tempi, a tramandare di generazione in generazione la storia della piccola gente. I nonni dicevano ai nipoti, i padri ai figli, i vecchi ai più giovani. E anche se i racconti spesso si ripetevano, non ci si stancava mai di ascoltarli e ripercorrerli con la fantasia.
Oggi la parola ha person molto del valore di un tempo. I mass media hanno preso il sopravvento, la lettura e la visione sono meno vive, lasciano meno spazio all’interpretazione personale e all’immaginazione. Giornali, riviste illustrate, cinema e televisione portano un messaggio più immediato e più facile, un messaggio che non impegna la mente. Non si ha tempo di ascoltare, non esistono più stimoli che sollecitino la fantasia. Oggi si guarda, si legge e non si interpreta.
Ho sempre pensato di avere qualche cosa da raccontare e ho più volte tentato di farlo. Ma il timore di non saperlo fare bene, una certa pigrizia, la mancanza di tempo e di mezzi mi hanno sempre fatto desistere dal mio intento.
E adesso eccomi deciso. Spronato da mio figlio Mauro, che, dopo avermi mostrato il suo entusiasmo per gli argomenti da trattare, dopo avermi rassicurato sulle mia capacità di narratore, mi ha messo nelle condizioni di farlo.
Questo libro non è il diario della mia vita, sarebbe troppo banale, né il racconto di episodi di fantasia, bensì è l’aneddotica vera della mia esperienza di veterinario.
Spero che il mio racconto possa interessare chi vive a stretto contatto con gli animali e che il messaggio contenuto in ogni episodio possa essere compreso.
Mi auguro di poter aggiungere anche solo una piccola parola in più al meraviglioso rapporto uomo-animale.

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