Cercherò, mi sono sempre detta cercherò

Sciopero dei mezzi. Embè? Io vengo in macchina. Già, peccato che uno (un gs ha cercato di convincermi che se aveva parcheggiato male era una donna, ma insisto, era sicuramente un uomo!) mi abbia chiusa.. e abbia vinto il primo bigliettino mistico sotto il tergicristallo che scrivo da anni (ai limiti della correttezza, gli ho solo dato del pirla e definito catorcio il suo brillante autoveicolo).
Via di corsa alla metro per non fare tardi all’appuntamento.. che si rivela un appuntamento fiume e finisce alle 19:30, in via Torino, un’ora e mezza dopo l’inizio dello sciopero.. e la mia macchina è a Città Studi (4 miseri chilometri più in là, solo che io ho una cena fra un’ora! e non avrei mai fatto il percorso rapidissimo suggerito da Mappy..).
Passa un 27 lo inseguo, è fermo alla fermata con le porte chiuse, ma il semaforo è rosso. Arrivo e non mi apre, anzi, riparte un attimo prima che il semaforo diventi verdi (le orecchie del crumiro credo stiano ancora fischiando).
Aspetto per un quarto d’ora un tram che dovrebbe arrivare fra 8 minuti, poi decido di spostarmi dall’altra parte del Duomo.
Nella traversata valuto i mezzi di superficie che conosco, la strada da fare a piedi, il vento stellato, il centro illuminato e deserto, prendere un taxi.
Ma sì, taxi!

Parcheggio taxi, taxi fermo, faccio per salire e il conducente mi accenna che no è lì fermo e basta.
Mi allontano sacramentando in 8 lingue (la maggior parte delle quali inventate) e noto che ci sono un po’ di bus in giro.
Ora, a me i bus non piacciono. Preferisco i tram. Quindi conosco molto meglio i percorsi dei tram che degli autobus.
Salgo su un autobus che non conosco pensando che almeno la direzione è quella giusta. Con la coda dell’occhio vedo che si affianca una 60. La Sessanta, figo! Scendo alla prima e inizio a correre verso la fermata della 60 e intanto penso con nonchalance che Forrest non è nessuno in confronto :-P
Una volta sulla 60 mi interrogo sulle probabilità di trovare una 62 che mi porti alla meta. Ora la Sessantadue è un autobus che non passa mai. In orario di punta si fa attendere per circa mezz’ora e poi ne passano otto in contemporanea. La possibilità che circoli una 62 durante uno sciopero è.. negativa.
Mi preparo a scendere, la Sessanta è ferma a metà del mega incrocio e qualcosa di arancio si avvicina sulla destra.. ohhhhhhhhhhhh!
Ebbene sì, è lei.
Inizio a pensare che arriverò veramente alla mia cena.
Incredibilmente anche il catorcio è stato spostato e posso agilmente (beh, quasi agilmente, c’è tra i piedi un altro che avrebbe bisogno di un ripasso su come si parcheggia, ma vabbè) sparcheggiare. Poi tiro fuori il foglio con l’indirizzo.. tiro fuori il foglio con l’indirizzo.. dove cazzo ho messo il foglio con l’indirizzo?
Zaino, tasche, zaino, cassettino del cruscotto, zaino, niente. Perso.
Ma non c’è problema, mi ricordo dov’è: le istruzioni dicevano in fondo a via Porro Lambertenghi. Ottimo, ora apro lo stradario mi leggo le vie e riconosco quella giusta.
Mmhm.. non era nessuno di quei nomi lì.
Che faccio?
Beh, chiamo qualche collega e faccio la figura della polla aviarica. Ok. Una non risponde. L’altra nemmeno. L’altra neppure. Colleghi esauriti.
E ora?
Beh, chiamo qualcuno che sicuramente è davanti al pc a quest’ora.
Uno ha il cell spento, l’altro è davanti a una pasticceria (vizioso!), uno non risponde..
Ok, soluzione di default delle fanciulle: chiamo il papà.
Dire che mugugna è un eufemismo. Accendi il pc, ecco la password, apri un browser (come un browser? Internet Explorer. No papà, io ho installato tre browser quindi è giusto dire “apri un browser”. Mi sembra una cazzata averne tre.. [censura]), è connesso? guarda quando diventa verde il loghino di Skype, è grigio. Cosa dice? in connessione. Guarda sotto il router, quante lucine accese ha? 2. AHHHH. Devono essere 4. Provo a riavviare e ti richiamo.
Intanto sono arrivata in zona e giro perplessa. Sfoglio la rubrica del cellulare e penso chi chiamare.. provo con il tato e.. sì! C’è. È davanti al pc. E mi aiuta anche! Cerca tra la mia posta e mi trova l’indirizzo.
Uau. Sospiro di sollievo.
In fondo arrivo alla cena con solo mezz’ora di ritardo.

(Grazie tato! Mio eroe..)

4 risposte a “Cercherò, mi sono sempre detta cercherò”

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