Il signor G e le farfalle

Cliente, capo, cliente, io, outsourcer, outsourcer. Capotavola di un coso ikeoso ovale. Ho freddo. Starnutisco.
Lunghi pezzi che non capisco, momenti in cui mi sento in imbarazzo *io* per come (non) fanno le cose gli altri. Pomeriggio infinito ma a tratti divertente.

8000 vetri (porta, porta, porta.. forse un’altra porta) più in là ogni tanto compare una striscia di sole.

Le mie farfalle canticchiano silenziose una canzone del signor G che ho cantato per mezza infanzia ed adolescenza:
..vorrei correrti incontro e dirti che ti amo, che ho bisogno di te..

3 risposte a “Il signor G e le farfalle”

  1. …la frase lascia presupporre che ci sia qualcosa che impedisce al protagonista di fare quello che vorrebbe. Chissà cos’è… Cosa si interpone? Forse il problema è lui stesso?

    Chissà come si intitola questa canzone?

  2. Credo sia “domani ci vediamo”, ma devo verificare (= spulciare in cassetti polverosi di ricordi e cercare una vecchissima cassetta arancione con in copertina un signor G così giovane che la mia mamma lo trovava bellissimo)

  3. Il titolo è: “Le strade di notte”, la sto ascoltando adesso.

    Dice:
    “voglio correre a casa voglio correre da te
    e dirti che ti amo, che ho bisogno di te
    speriamo che tu non dorma gi”

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *