Senti come si colora questa notte che poi mai più

Con la macchina della Vale che remava contro (batteria giù) e l’ultimo pacco a mezz’ora dalla partenza, sono riuscita ad arrivare a Milano, trovare parcheggio, salire sul treno e addormentarmi.

A Torino il mio cavaliere mi aspettava con la banda (come promesso!) e con gli altri due bimbi.

Giochi di luci, musica, tantissima gente, maschere, colori, la neve finta che era vera, una fontana di nebbia che sa di sciolina, pattinare sul ghiaccio (dopo che pensavo che mai più l’avrei fatto), bere una Ceres calda parlando di No Tav mentre accanto un tizio prende a calci un bidone e l’università intera fischia, Scocciante, le fontane fiumose, il Po, la scritta sui tramonti di fianco al Po.

La prima vera risata davanti al gruppo che suona fuori dalla Mole con il prestigiatore che promette di far sparire tutta la coda, palazzo Madama con le scritte ovvie e sovversive che inneggiano alla violenza, pattume, tram, bottiglie vuote, la gente.

Andare in giro per mano per non perdersi, fare la catena attraversando la folla, rimanere per mano perché è bello.

Annegare i pensieri in un tè alle 5 di mattina, osservando la birra rossa nel bicchiere di fronte. Ascoltare. Scoprire. Impicciarmi. Voler dire ma tacere perché cazzo! lo sto facendo per me. Sapere di aver ripetuto un nome circa 800.000 volte in una sera e chiedermi chi sto prendendo in giro. Me stessa? Non sarebbe certo la prima volta.

Addormentarmi prima che il treno parta, non riuscire a stare sveglia mentre il controllore stampa il mio eTkt, mettere la sveglia per non trovarmi a Venezia Sulla Laguna, saltare in aria quando suona e non riuscire a capire dove sono.. nebbia, sole, ferro.

Arrivare a casa e pensare di accendere il pc, salutare gli amici.. e poi ricordarmi che sono Out of Order per un po’.

Mi è piaciuto. Grazie per avermi convinta!

(Il titolo è di Paola Turci, da “Questione di sguardi”)

Una risposta a “Senti come si colora questa notte che poi mai più”

  1. FN… chi sarà mai… sarà una donna?

    un viso di fronte alle 5 di mattina, 2 occhi stanchi, profondi, felici? Pensierosi, questo di sicuro. Pensare che quest’immagine mi rimarrà dentro per un po’ come lo sfondo sul desktop dei miei pensieri.

    Scoprire che c’è qualcuno che ti ascolta, da tempo.

    Era tanto che non mi sentivo così bene.

    Poi il treno. Un saluto rapido, troppo rapido.

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