Domenica: il respiro

Sabato notte l’ho passata online a “lavorare” con un amico.
Chiusa nell’ufficio deserto, accompagnata dal ticchiettio della tastiera e dalla radio che cantava incessantemente (uno dei privilegi della notte: niente pubblicità).
Verso le 7:30 abbiamo finito di lavorare, così sono uscita alla ricerca di un bar aperto per fare colazione.

Alle otto meno un quarto di una domenica mattina di sole dopo giorni di pioggia, Milano era bellissima. Quel pezzo di Castello che occhieggia su piazzale Cadorna era un’ombra nel sole, che solo l’ago e filo mi permetteva di intuire.
Poche persone, quasi tutti stranieri, famiglie in partenza… ma soprattutto persone sorridenti.

Ferma nel sole, guardavo abbacinata in giro.
La sentivo respirare, questa città. Un respiro lento. Credevo fosse un respiro da sonno, a tratti leggero a tratti profondo.
Invece era il respiro rilassato, di chi -anche solo per un momento- smette di essere compreso nella sua parte e si lascia andare ad essere se stesso.

Alla maniera di Prevert:
nel sole delle otto,
in Cadorna,
respiro leggera come la mia città.

(..postato da CheePrevert..)